Francesca Barbieri, Il Sole 24 Ore 29/11/2010, 29 novembre 2010
A LEZIONE DI «BUSINESS CHINESE»
Mandarin Capital è uno dei maggiori fondi di private equity focalizzati sull’asse Italia-Cina. I suoi principali investitori e sponsor sono il secondo gruppo bancario italiano (Intesa Sanpaolo) e due importanti policy banks della Repubblica popolare cinese (China development bank e China exim bank). Un melting pot italo-cinese che vede lo staff italiano specializzato sull’advisory alle prese dall’aprile scorso con un in house training, lezioni di cinese direttamente in azienda, negli uffici di via Brera a Milano, tenute da formatori specializzati inviati dalla scuola permanente della Fondazione Italia-Cina.
Incontri personalizzati con programmi su misura messi a punto da docenti e sinologi. «La Scuola - spiega il responsabile Francesco Boggio Ferraris - offre l’opportunità di modellare il corso in ogni suo aspetto per creare una base di conoscenze manageriali, comunicative, economiche, linguistiche e culturali che siano pratiche, attuali e aderenti alle esigenze dell’azienda».
Big della moda e del lusso, della finanza e dell’energia: chi ha una finestra aperta costantemente verso Oriente non può permettersi di avere manager incapaci di padroneggiare la lingua. E così, oltre agli studenti universitari, anche quadri e dirigenti ritornano in aula, mossi dalla necessità di acquisire competenze linguistiche utili per i rapporti d’affari.
«Le lezioni in azienda – spiega Boggio Ferraris – possono durare da un minimo di alcuni giorni fino a un anno». Mandarin, per esempio, ha optato per la formula annuale, con incontri settimanali di un’ora e mezza. Un pacchetto di dieci lezioni che coinvolgono una decina di manager ha un costo che oscilla tra i 500 e i 600 euro.
Accanto alla formula dell’in house training, la Fondazione Italia-Cina ha in calendario anche lezioni di business chinese per chi, avendo già una conoscenza intermedia del cinese mandarino, voglia approfondire alcuni temi, come i rapporti di lavoro in Cina, le leggi commerciali, la stesura di un contratto.
«Anche l’etichetta è fondamentale - aggiunge Boggio Ferraris -: lo scambio dei biglietti da visita nelle riunioni di lavoro è un vero e proprio rito. Quando se ne riceve uno, metterlo in tasca è un errore imperdonabile, farlo cadere per terra è un grave insulto». In Cina il biglietto è un’estensione della persona. Va offerto con due mani a partire dal più anziano, prestando molta attenzione a quelli che si ricevono. «Durante una riunione - precisa Boggio Ferraris - bisogna allineare i biglietti in corrispondenza dei proprietari, perché non esibirli sarà interpretato come segno di non interesse nel proseguire il rapporto commerciale».
In otto università italiane (Statale e Cattolica di Milano, Ca’ Foscari di Venezia, Padova, S. Anna di Pisa, La Sapienza, Napoli Orientale, Torino) sono attive le sezioni dell’Istituto Confucio in cui si possono seguire corsi di cinese di diversa tipologia e livello, aperti a studenti e imprese. Ai tradizionali corsi di cinese commerciale che seguono un calendario predefinito (il costo di ogni modulo della durata di 50 ore è 330 euro), si affiancano lezioni dirette a professionisti con attività commerciali in Cina e a coloro che si preparano a una lunga permanenza in Oriente. Questo tipo di corso include una full immersion di lingua, seminari su temi specifici, come il diritto cinese, politica o economia, nonché formazione su management interculturale, negoziazione e cultura commerciale cinese. I corsi sono flessibili e svolti in luoghi e tempi stabiliti dai partecipanti.
Rivolta espressamente ai professionisti l’iniziativa «Move to China» di Cofimp, la business school di Unindustria Bologna. L’obiettivo è preparare nuove professionalità in grado di affiancare i top manager nella realizzazione di progetti di sviluppo con la Cina. Il corso si struttura in tre fasi: modulo di internazionalizzazione in Italia per due mesi in formula weekend; specializzazione in Cina (due settimane full time a Shanghai); stage o project work in Italia o in Cina della durata di tre mesi.