ANDREA GRECO, la Repubblica 29/11/2010, 29 novembre 2010
L´EUROPA SALVA L´IRLANDA VIA AL PIANO DA 85 MILIARDI - MILANO
Dopo la Grecia, anche l´Irlanda è ufficialmente una "nazione assistita". Ieri pomeriggio a Bruxelles i 27 ministri delle finanze del Continente, riuniti prima nell´Eurogruppo e poi nell´Ecofin, hanno approvato il prestito da 85 miliardi di euro a sostegno dell´isola, colpita dalla crisi finanziaria e minacciata dalla speculazione sul debito sovrano.
C´era anche Giulio Tremonti. «Di solito - ha detto il titolare del Tesoro - lo stato è più forte del mercato, ma in Europa è diverso perché i mercati sono uniti dagli interessi, a volte speculativi, mentre l´Ue è ancora troppo divisa dalle logiche nazionali. Abbiamo cercato di rendere l´Europa un po´ più unita contro la speculazione, per costruire una struttura di difesa dell´euro più forte. Vedremo domani (oggi, ndr) come funziona il testo dell´accordo». E l´apertura delle Borse e dei cambi, molto instabili e cedenti negli ultimi giorni con spread a voragine sui debiti dei paesi periferici, darà un primo importante responso. Le misure decise ieri arrivano dopo giorni di lavoro ai più alti livelli politici da parte dei big europei. E anche ieri ci sono state intense telefonate tra la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy con i vertici della Commissione, del Consiglio Ue, della Bce. Una delle decisioni prese riguarda il futuro coinvolgimento "caso per caso" dei privati nel Fondo salva-stati da 440 miliardi, così da imputare i costi degli interventi alla stessa Grande finanza a volte li origina altre li acuisce. La misura dovrebbe far parte del meccanismo di intervento permanente che dovrebbe entrare in vigore a metà 2013. L´intesa di ieri, sull´asse Parigi-Berlino, si avvale di ampie consultazioni con Italia, Spagna e Portogallo. E anche ieri Merkel avrebbe chiamato Silvio Berlusconi per condividere i dettagli finali.
Nel piano confluiscono, in tre tranche da 22,5 miliardi l´una, risorse del bilancio dell´Unione europea (Efsm), del Fondo salva-stati della zona euro (Efsf) e del Fmi (ieri rappresentato dal presidente Dominique Strauss-Kahn, collegato in teleconferenza). Al totale dovrebbero contribuire 17,5 miliardi messi direttamente dall´Irlanda, che allo scopo libererà le riserve del fondo-pensioni per dipendenti pubblici e le utilizzerà nel rafforzamento del suo sistema creditizio. Il tasso del prestito sarà circa il 6% l´anno (Euribor più il 5%), superiore al 5,2% che a primavera fu chiesto alla Grecia per quel prestito da 110 miliardi (e di cui ieri si è deciso di allungare le scadenze per allinearle a quello "irlandese"), ma meno del 6,7% temuto a Dublino. In ogni caso, gli oneri da pagare saranno nove rate da circa 5 miliardi l´anno, anche per questo l´Irlanda ha deciso una parallela correzione dei conti pubblici da 15 miliardi (6 l´anno venturo), a spese del Welfare e della pubblica amministrazione.
Se la ripartizione tra Ue e Fmi è stata rispettata, diverso dal caso Grecia è il coinvolgimento di tre paesi Ue che non fanno parte dell´Eurozona: Gran Bretagna, Svezia e Danimarca, che con l´Irlanda hanno forti legami, parteciperanno a un sistema complementare di prestiti bilaterali ai 22,5 miliardi erogati dall´Ue.
Dei fondi stanziati ieri, 35 miliardi dovrebbero essere destinati specificamente alla riorganizzazione del sistema bancario irlandese, da settimane in aperta crisi e che ha visto una dozzina di miliardi svanire dai depositi dei correntisti, segno drammatico di una fiducia mutilata anche dei clienti meno sofisticati. Per arginare il fenomeno e ripatrimonializzare il sistema creditizio - Anglo Irish Bank e la società di mutui Irish Nationwide le più in difficoltà, e che saranno chiuse presto - saranno utilizzati 10 miliardi subito e 25 miliardi in forma di "piani di contingenza". La metà di questi aiuti "bancari" sarà corrisposta dalla stessa Irlanda.