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 2010  novembre 28 Domenica calendario

MEMORIE DI COLORE NEL GRIGIO DELLE NEBBIE

quando i cachi nelle giornate d´inverno perdono le foglie, penso che questi alberi hanno un´altra virtù oltre alle molte che la tradizione cinese gli ha riconosciuto. Quei cachi in mezzo ai rami, nella campagna spoglia, sono commoventi, memorie di colore nel grigio della nebbia.
In Europa, i cachi sono arrivati nella prima metà dell´Ottocento. In Cina sono usati da più di duemila anni. Le prime notizie risalgono al Secondo secolo avanti Cristo quando, sotto la dinastia Han, le regioni del sud furono annesse all´Impero e arricchirono il repertorio di piante usate come cibo. Nel millennio successivo furono oggetto di coltivazioni redditizie, che finivano sui mercati urbani e sulle tavole imperiali: il menù di un banchetto offerto all´imperatore Gaozong nel 1151 comprende molti piatti di frutta, tra cui non mancano i cachi. Al pari di altri frutti, questi arrivavano a tavola a fine pasto, per motivi non semplicemente gastronomici, ma anche dietetici. In Cina, come nelle altre antiche civiltà, le regole alimentari erano anche regole per la salute, e terminare il pasto con qualcosa di dolce era una pratica che la scienza medica raccomandava in nome sia della piacevolezza, sia della salubrità. Tra i frutti, alcuni erano più dolci di altri ed era sicuramente questo il caso dei cachi, che inoltre avevano una qualità ritenuta anch´essa utile per un fine pasto: l´astringenza, la capacità di "sigillare" lo stomaco favorendo i processi digestivi. Dolce e astringente erano le qualità, rare, di frutti come i cachi o le castagne (queste ultime, consigliate anche dai medici europei del Medioevo come ideale conclusione dei pasti).
Oltre che per gli usi culinari e dietetici, ogni cibo era consigliato anche in funzione curativa, per particolari affezioni che la medicina cinese, esattamente come quella dell´Occidente antico e medievale, curava secondo il principio del contrasto. Dolci e "freddi", i cachi si ritenevano utili per eliminare gli eccessi di calore, per calmare la sete, per umidificare i polmoni. Si usava anche cuocerli al vapore e consumarli con l´aggiunta di miele, per combattere la tosse o l´asma. Erano naturalmente ritenuti un buon antidoto per la diarrea.
Quando, nel Diciannovesimo secolo, i cachi arrivarono in Europa, la scienza medica occidentale aveva ormai imboccato la strada della chimica scardinando l´antica complicità fra dietetica e gastronomia. In tale contesto culturale, l´attenzione ai nuovi cibi fu quasi solamente gustativa. Il sapore delicato dei cachi, lontano dai gusti zuccherini più forti e invadenti che si erano nel frattempo affermati in Occidente, faticò a ritagliarsi uno spazio che non fosse marginale. La particolare astringenza di questi frutti non fu più percepita come una qualità da mettere in valore, ma come un ostacolo al suo godimento. Ad alcuni i cachi continuano a parere un cibo insulso, anche se altri (come me) ne sono ghiotti.