LUISA GRION, la Repubblica 28/11/2010, 28 novembre 2010
CAMUSSO, LA PRIMA VOLTA DA LEADER DALL´ABBRACCIO CON EPIFANI A "BELLA CIAO" - ROMA
Ha appena raggiunto la testa di uno dei due cortei, salutato qualche politico (Ferrero e Diliberto) e sorriso a chi fra la folla grida «vai Susanna, facci sognare» quando si gira di scatto e dice ai suoi «Torniamo dai giovani». Seguono rapido dietro front e cento metri a passo di marcia per raggiungere lo striscione dietro al quale un gruppo di studenti - fra i quali sua figlia Alice - balla al ritmo di «I will survive» di Gloria Gaynor. Ecco, sta tutto in quella frase il senso della prima manifestazione di Susanna Camusso da leader della Cgil. Con lei il primo sindacato italiano è partito alla conquista di una fascia fino ad ora piuttosto trascurata: quella del disagio giovanile, quella di chi non ha lavoro o ne ha uno precario. Quella di chi in questi giorni sale sui tetti e s´arrampica sui monumenti per manifestare per il diritto allo studio e contro la riforma Gelmini.
Nel suo primo corteo da leader, è loro che la Camusso cerca, con loro si ferma, con loro si fa fotografare. La giornata e dedicata ai giovani e alla base del sindacato, non hai politici che - quando incontra lungo il corteo - saluta velocemente. Un rapido cenno a Ferrero e Diliberto che «abbandona» per raggiungere gli studenti, due parole al volo con la Bindi e Bersani, che lascia dopo pochi minuti per percorrere a ritroso il corteo e fermarsi accanto al Colosseo per salutare le delegazioni Cgil di tutta Italia arrivate a Roma di primo mattino.
Certo, alla manifestazione c´erano anche Vendola, Di Pietro, un bel pezzo del Pd, ma i partiti in piazza non si vedevano: le uniche bandiere erano quella della Cgil (come la Camusso aveva espressamente chiesto) a sottolineare il fatto che la giornata era tutta «sindacale», non «politica» come la sera prima - a Otto e mezzo, trasmissione della Gruber - Alberto Bombassei le aveva contestato.
Un incontro, quello con il vicepresidente di Confindustria, nel quale si era registrato qualche momento di tensione («la Camusso dice una cosa in privato e un´altra in pubblico» aveva detto Bombassei), «Ma, a parte lui, stanotte ho dormito tranquilla e per niente preoccupata per quello che oggi mi aspettava» ha assicurato la Camusso, parlando della «sua» vigilia.
Del resto che si sentisse a suo agio, ieri, si vedeva. Un po´ perché la Camusso è nel pieno della luna di miele che segue l´incoronazione di un leader, un po´ perché la manifestazione è stato un bagno di folla di calore e affetto nel quale si è tuffata rompendo gli schemi abituali, percorrendo il corteo in su e giù e costringendo scorta ed entourage a rapidi (nonostante i due pacchetti di sigarette al giorno) cambi di marcia. Ieri la Camusso ha ballato in corteo con gli studenti e la figlia Alice che dice di sognare «un futuro non da precaria», che sa che «le prospettive non sono buone», ma ha la «tenacia per andare avanti». Ha scherzato, abbracciato e portato con lei sul palco Guglielmo Epifani, l´ex segretario generale cantando con lui e con i «Modena City Ramblers» la versione rock di "Bella ciao". Ciò detto, ci è andata giù dura con il governo e con i suoi ministri. «Berlusconi la smetta di fare la vittima» ha detto «l´Italia non merita questa classe politica, questa esibizione di machismo e di virilità: serve un sussulto etico». Ha bocciato la Gelmini («non faccia appelli su Youtube, ma vada in Parlamento e ritiri la riforma»), ha bocciato Tremonti («Forse con i libri non si mangia, ma noi nelle caverne non ci vogliamo tornare»), ha bocciato Maroni («che faccia tosta sull´immigrazione»). Non ha fatto alcun riferimento ai colleghi di Cisl e Uil, salvo ribadire il fatto che servono regole comuni. E ha tenuto appeso ad un filo il dissenso della Fiom che chiede da settimane lo sciopero generale. «Abbiamo scioperato e continueremo a scioperare» ha detto, ma di date non se ne parla.