GIANNI STORNELLO, La Stampa 28/11/2010, pagina 37, 28 novembre 2010
Il prosciutto crudo vera star dell’export - Itedeschi mangiano wurstel fatti in Italia, così come proviene da nostri produttori molto bacon consumato in Gran Bretagna
Il prosciutto crudo vera star dell’export - Itedeschi mangiano wurstel fatti in Italia, così come proviene da nostri produttori molto bacon consumato in Gran Bretagna. A volte, però, questi prodotti sono ottenuti con maiali provenienti dall’estero. Un successo, ma allo stesso tempo anche un paradosso, per la suinicoltura italiana, che vede apprezzati all’estero i nostri prodotti, ma che non riesce a fabbricarli con maiali italiani. Le cifre sono queste. Nei primi sei mesi di quest’anno c’è stato un aumento «record» (+14%), nelle esportazioni di prosciutti, salami, mortadelle e altre specialità della salumeria nazionale. Il record riguarda soprattutto il prosciutto crudo, che rappresenta il 43% del totale, seguito da mortadelle, wurstel, cotechini, zamponi (22%), salsicce e salami stagionati. Tutto bene, allora? Pare proprio di no. Perché c’è un paradosso, che consiste nel massiccio acquisto di cosce di maiali dall’estero. Questo paradosso contribuisce a mettere in difficoltà i nostri allevatori, ai quali il maiale viene pagato poco più di un euro al chilo, il 4% in meno di un anno fa. Ma i manufatti italiani non piacciono soltanto all’estero. Anche in Italia si registra una sostanziale tenuta degli acquisti. E per i consumatori c’è un’interessante novità. Attraverso un sito Internet (www.adottaunmaiale.it), è possibile allevare a distanza un maiale «su misura». Da soli o in comproprietà con altre famiglie, ci si potrà così garantire una fornitura di prosciutti, salami, salsicce e carne fresca.