MATTIA BERNARDO BAGNOLI, La Stampa 28/11/2010, pagina 29, 28 novembre 2010
L’uomo che visse viaggiando (+ box) - Dalle Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno. E tutto, probabilmente, nell’arco di un mattino
L’uomo che visse viaggiando (+ box) - Dalle Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno. E tutto, probabilmente, nell’arco di un mattino. Fred Finn non ci penserebbe su neanche un istante. Svolazzare per il Mediterraneo deve sembrare poca cosa a uno che una volta ha preso tre Concorde in un giorno solo. Un record. O meglio, uno dei tanti. Fred, britannico settantenne originario di Exmouth, contea del Devon, è infatti il viaggiatore finale, il re incontrastato dei globetrotter. Salito a 18 anni su un aereo diretto a New York, non è praticamente più sceso: oggi può vantare di aver macinato 15 milioni di miglia. Ovvero oltre 24 milioni di chilometri. Non solo volando, certo. Nel computo Finn ha inserito, ad esempio, anche i viaggi in treno. E ha registrato tutto nel suo diario di bordo: ogni viaggio, ogni tappa. Riuscendo a farsi controfirmare ciascun tragitto da piloti o autisti. Sia mai che lo accusassero di barare o darsi delle arie. E ora che il mondo lo ha visto tutto, o quasi, ha un solo desiderio. La luna. Maratoneta del jet-lag Fred, infatti, il record del viaggiatore più assiduo del globo lo ha ricevuto quasi trent’anni fa. Era il 1983 e sotto le suole aveva già messo oltre 7 milioni di miglia. Dietro di lui, insomma, il diluvio. Queste imprese, oltre che da una sincera passione di vedere il mondo, sono state rese possibili dal mestiere di Finn: manager d’area internazionale per diverse multinazionali. A pagare il conto, quindi, erano le aziende. In tutto, ha calcolato, oltre due milioni di sterline. Quando era alle dipendenze di un’azienda americana doveva visitare con regolarità Brasile, Argentina, Cile, Giappone, Hong Kong, Dubai e Nigeria. Il che voleva dire prendere un volo da o per New York almeno due volte a settimana. Nei suoi 52 anni di viaggi Fred Finn è atterrato negli aeroporti di 139 nazioni sulle 196 riconosciute dalle Nazioni Unite. Un’attività frenetica, da maratoneta del jet-lag, che è arrivata a comprendere almeno 2mila voli transatlantici e 600 visite in Africa– un vero e proprio supplizio infernale agli occhi di chi soffre del mal d’aria o ha paura dell’aereo. In Concorde In sintesi: a chi troppo e a chi niente. Schizzare a velocità supersonica nei cieli a bordo dell’unicorno dell’aviazione è infatti stato per anni il sogno di ogni viaggiatore che si rispetti. Il simbolo di un’era. Il minimo comun denominatore di un ristretto club di persone. Tranne che per Fred Finn. Lui è riuscito nella difficile impresa di ridurre il Concorde a trenino suburbano da pendolare: lo ha preso 718 volte. La prima volta, a 34 anni, fu addirittura per il volo inaugurale nella tratta tra Washington e Londra, il 26maggio del 1976. L’ultima volta, manco a dirlo, è stata per la chiusura del sipario, il 25 ottobre del 2003, sulla tratta New York-Londra. In quasi tutti i casi – anche quella volta dei tre voli in un giorno solo – Fred si è sempre seduto nello stesso posto, il 9A. «Mi sono presto reso conto – racconta al Daily Mail – che era da lì che il personale iniziava a servire da mangiare e da bere. E comunque il record me lo sono guadagnato per un motivo ben preciso: dovevo ottenere la firma di un contratto su entrambi i lati dell’Atlantico». Niente fax, niente mail, niente videoconferenze nell’apogeo del jet-set – termine nato appositamente per descrivere quel circolo di persone che viveva sugli aerei a reazione. Non a caso Finn adorava il Concorde. «Se lo prendevo al mattino da New York riuscivo a intercettare la coincidenza per il Kenya a Londra ed essere alla mia scrivania a Nairobi in tempo per la colazione». Pensionato in Ucraina Ora che Fred è finalmente in pensione vive con la moglie Alla a Komsomolsk, paesino dell’Ucraina. E a viaggiare, da bravo pensionato, non ci pensa nemmeno. «Non ho nessuna voglia di andare in posti nuovi. Ho girato più di quanto potessi sognare e i luoghi che mi restano da vedere non m’interessano». Ma per la Luna, ecco, sarebbe pronto ad appendere il telecomando TV al chiodo. «Quando alla Pan American aprirono le sottoscrizioni per il servizio lunare – ricorda – firmai immediatamente. Purtroppo la PanAm non è più con noi. Ma è un’opportunità che sono ancora pronto a prendere in considerazione».