Giornali vari, 29 novembre 2010
Anno VII – Trecentocinquantesima settimanaDal 22 al 29 novembre 2010Rete La rete è impestata dalle mezze rivelazioni di Wikileaks, il sito svedese dell’australiano Julian Assange specializzato in fughe di notizie
Anno VII – Trecentocinquantesima settimana
Dal 22 al 29 novembre 2010
Rete La rete è impestata dalle mezze rivelazioni di Wikileaks, il sito svedese dell’australiano Julian Assange specializzato in fughe di notizie. A partire da venerdì 26 novembre – quando s’è saputo che ci stava per precipitare addosso un’altra valanga di informazioni – fino a domenica notte, quando le informazioni sono effettivamente apparse, il mondo diplomatico e giornalistico è stato messo in subbuglio. Gli americani hanno gridato che molte persone avrebbero rischiato di essere uccise, Hillary Clinton in persona ha telefonato ai primi ministri di mezzo mondo, compreso quello cinese, per concordare una strategia difensiva, alla fine i tecnici del Dipartimento di stato hanno sabotato il sito di Wikileaks rendendolo impossibile da raggiungere. Assange aveva però già passato i suoi files a New York Times, Spiegel, Guardian, Le Monde, El Pais, e questi cinque giornali – a partire da domenica pomeriggio – hanno pubblicato. Si tratta di 251.287 rapporti confidenziali mandati via mail a Washington, soprattutto negli ultimi tre anni, dalle 297 sedi diplomatiche americane sparse sul pianeta. Dentro c’è di tutto, ma, a parte qualche pettegolezzo divertente, nessuna rivelazione vera sull’orribile mondo del potere. Non sapevamo già tutto sui festini di Berlusconi e sul desiderio americano di unificare le due Coree? La valanga mette in luce piuttosto questo: gli Stati Uniti hanno spie o informatori dappertutto, compresi i paesi amici, compresa l’Onu; fanno il mestiere di spia anche i diplomatici, il che, da chi si intende di queste cose, viene giudicato un errore grave; Internet è uno strumento comunque pericoloso per i potenti: se pure Assange non ci ha raccontato in fondo niente di nuovo, come non ammettere che qualcosa di davvero segreto (e pericolosamente segreto) verrà prima o poi alla luce?
Italia I cablo che riguardano l’Italia sono relativamente pochi. I più succosi, spediti l’anno scorso, descrivono Berlusconi come un uomo «vanitoso, inutile e incapace», «debole fisicamente e politicamente», troppo dedito alle «feste selvagge» (wild parties) che gli impediscono di riposare come dovrebbe. Inquietante è la sua amicizia, troppo stretta, con Putin: regali generosi, contratti lucrosi nel settore energetico e un mediatore-ombra «russian-speaking» cioè che parla russo. Questa potrebbe essere la rivelazione più preoccupante, perché certo non c’è bisogno di un mediatore (go-between) per far incontrare Berlusconi e Putin, e dunque questo signore – se esiste – dovrebbe esser quello che si occupa del lato sporco di queste faccende, cioè delle tangenti (che, nel settore energetico specialmente, esistono da sempre). Infine: «Berlusconi appare sempre di più come il portavoce (mouthpiece) di Putin in Europa». Mentre Putin, capace di dominare tutti gli uomini politici del paese, viene fatto fesso (undermined) dalla sua burocrazia, un apparato che il funzionario statunitense giudica ingovernabile. Chi è però questo funzionario? Si tratta di Elizabeth L. Dibble, cattolica, oggi vice assistente segretaria dell’Ufficio Affari europei ed euroasiatici al Dipartimento di stato, e tra il 2008 e il 2009 vicecapo missione e incaricato d’affari a Roma. Un funzionario di livello medio-alto, ma non il ministro degli Esteri degli Stati Uniti. Un’altra informativa riferisce dei colloqui tra Frattini e il segretario alla Difesa americano, Robert Gates, l’8 febbraio scorso. Niente di speciale, e comunque Frattini (che ha definito adesso la valanga di Wikileaks «l’11 settembre della diplomazia») ne esce indenne.
Resto del mondo Per il resto, le notizie più succose riguardano Gheddafi. Gira il mondo con una «voluptuous blonde» ucraina, apparentemente un’infermiera, di nome Galyna Kolotnytska, 39 anni. Usa il botox per sembrare liscio (ma ce n’eravamo accorti), balla il flamenco, ha paura di volare sull’acqua ed è ossessionato dalle malattie al punto da filmare le sue visite mediche. Le notizie che potrebbero causare qualche imbarazzo riguardano invece gli arabi: i cablo raccontano che i sauditi, mentre passavano soldi ad al Qaeda, premevano sugli Stati Uniti perché attaccassero Teheran. Un’idea condivisa dagli Emirati e dalla Giordania, tutti timorosi della bomba atomica persiana. Le rivelazioni potrebbero creare qualche imbarazzo, a quei governi, all’interno del mondo musulmano. Qualche problema agli americani potrebbe venire dalla notizia che, con i sudcoreani, gli Usa hanno prefigurato uno scenario in cui le due Coree vengono unite, come fu a suo tempo per le due Germanie. Pechino persegue una linea diametralmente opposta: trasformare la Corea del Nord, quasi una loro colonia, in un paese moderno e tenerla ben distinta dalla Corea del Sud, filoamericana. Ma possibile che a Pechino non conoscessero i veri desideri americani, abbastanza prevedibili, del resto?
Università Docenti e studenti contestano in tutt’Italia, sfilando o arrampicandosi sui tetti di facoltà e monumenti storici, la riforma dell’università preparata da Maria Stella Gelmini. Sotto accusa soprattutto gli aspetti economici: il fondo per le borse di studio è stato tagliato da 96 a 70 milioni di euro, ai giovani ricercatori verranno offerti solo dei contratti a termine (tre anni più tre anni e sistemazione alla fine solo se si passa un esame), molti corsi di laurea pochissimo frequentati saranno soppressi, idem per le università troppo piccole, invitate a fondersi con qualche ateneo delle vicinanze. Forte opposizione anche all’idea che nei consigli d’amministrazione entrino dei privati (tre posti su undici): l’apertura al territorio viene vissuta non come occasione di sviluppo, ma come sottomissione della ricerca alle mire degli speculatori. La riforma è in dirittura d’arrivo alla Camera, e dovrà poi superare un altro passaggio al Senato, che si suppone breve. Qualche dato ulteriore: gli studenti e i docenti scesi in strada in tutt’Italia sono circa ventimila, gli iscritti alle nostro università (una settantina) sono poco meno di due milioni. Nella classifica internazionale QS – la più accreditata – la prima università italiana è Bologna, al 176° posto. La Sapienza, a Roma, è 190°. Le successive tre sono collocate tra il 190° e il 300° posto. Dieci stanno oltre il 400°. L’altra sessantina di atenei italiani non sono neanche presi in considerazione.
Inoltre Yara Gambirasio, 13 anni, da Brembate (sopra Bergamo), coda di cavallo, giubbotto Hello Pitty, legging nere, apparecchio per i denti, è scomparsa da casa venerdì sera, forse rapita nei settecento metri che separano la Polisportiva dove si allena (è una piccola campionessa di ginnastica artistica) da casa sua; la Procura di Roma indaga su un ipotetico giro di sovrafatturazioni, tangenti e fondi neri dell’Enav (controllori di volo) e di otto società collegate. Tra le persone coinvolte: Marina Grossi, moglie del presidente di Finmeccanica Pier Francesco Guarguaglini: l’inchiesta, che ha molto preoccupato Berlusconi, si inserisce nelle indagini che cinque procure stanno conducendo sulla stessa Finmeccanica; la Ue salverà l’Irlanda con un prestito da 85 miliardi, ma dal 2013 attiverà un fondo permanente punitivo per le crisi: i paesi tecnicamente falliti saranno costretti a ristrutturare il loro debito, cioè allungarne le scadenze, modificarne gli interessi oppure restituire meno del promesso. Gli eventuali futuri compratori di quel tipo di obbligazioni sono avvertiti.