MINA, La Stampa 28/11/2010, pagina 1, 28 novembre 2010
La felicità è un bene privato - Temo che un’idea così geniale non ce la lasceremo scappare. Il referendum sulla felicità dei cittadini approderà anche da noi importato dall’Inghilterra
La felicità è un bene privato - Temo che un’idea così geniale non ce la lasceremo scappare. Il referendum sulla felicità dei cittadini approderà anche da noi importato dall’Inghilterra. Là sull’isolona antica, Cameron ha scoperto l’acqua calda: il senso di soddisfazione personale dei sudditi non segue l’andamento del Pil. Gol! Da questo bellissimo assunto, ecco spuntare la necessità epocale di sondaggiare il popolo per frugare nei meandri dei cervelli e dei cuori. Jil Matheson, direttore dell’Istituto Nazionale di Statistica, riuscirà a costruire le categorie e le classifiche dei sostanziali desideri umani, quelli indipendenti dal livello di reddito. Credevo fosse uno scherzo. Tipo una indagine ipotetica sul «vuoi più bene alla mamma o al papà?» oppure «preferisci Berlusconi o Bersani?» oppure «l’acqua è un bene pubblico o privato?» e ancora «pesa di più un chilo di piume o un chilo di piombo?». Ma andate leggermente a quel paese. Credo di capire quanto sia difficile, in un tempo di ideologie smunte e di traballanti sincerità, governare nazioni, organizzare proselitismo e consenso, rispondere ai richiami del popolo. E poi quanto sia fragile fare tutto questo senza cadere in demagogia non mascherabile. E chi se ne frega della congruenza o della divergenza del Pil rispetto alla soddisfazione che ciascuno prova nel vivere. Ormai l’hanno capito tutti che il santo Pil potrebbe non dipendere più dalla quantità di lavoro o dalla voglia di lavorare. Quattro rincoglioniti banchieri fuori controllo possono far regredire o fallire qualsiasi sistema, qualsiasi nazione, all’improvviso. Anche quelle storicamente più cariche di civismo e di maniche rimboccate sono costrette a vivere la rinascita, la rivincita, la fatica di ricominciare. Figuriamoci per quelle che possiedono ataviche attitudini all’arrancare, povertà e debito storici. Allora, governanti in buona o malafede, che cosa volete sapere? Cosa volete carpire di così incomprensibile attraverso domande che perlomeno saranno indiscrete? Se la voglia di un sondaggio governativo sul pensiero privato attraverserà la Manica, che nessuno venga a chiedere a me se e perché, eventualmente, sono felice. Non risponderò. Lo sono o non lo sono per motivi talmente miei da non poterli condividere. Ogni singolo uomo della terra possiede un bene intellettuale, una fantasia, una sapienza, un amore. Tutta roba che non si può descrivere in un questionario.