VERA SCHIAVAZZI, la Repubblica 27/11/2010, 27 novembre 2010
articolo più infografiche - TI SPIO E MI PIACI IL TEMPO DELLE MELE NELL´ERA DI FACEBOOK - Il primo appuntamento? Può deciderlo il profilo di Facebook, che per il 43 per cento delle ragazze può essere così importante da spingerle a dire di no a chi le ha invitate
articolo più infografiche - TI SPIO E MI PIACI IL TEMPO DELLE MELE NELL´ERA DI FACEBOOK - Il primo appuntamento? Può deciderlo il profilo di Facebook, che per il 43 per cento delle ragazze può essere così importante da spingerle a dire di no a chi le ha invitate. Per tacere di quel 21 per cento (maschi e femmine) che ha interrotto una relazione amorosa con un clic, modificando il suo profilo e tornando allo stato di single dopo una lite o un semplice ripensamento. Il "tempo delle mele" nell´era dei social network è ora fotografato dagli sforzi congiunti di 17 magazine americani destinati ai teen ager, che hanno intervistato 10.000 lettori tra i 16 e i 21 anni. Non senza sorprese, e rassicurazioni per gli adulti: cercare qualcuno su "faccialibro" consente di ottenere moltissime informazioni, e di decidere con più consapevolezza se frequentarlo o no. Non ci sono orchi online, o almeno non su Facebook, che al contrario induce i suoi 500 milioni di utenti a un discreto livello di sincerità, mentre sono soprattutto gli adulti a utilizzarlo per "agganciare" un potenziale partner. «Per i giovanissimi - spiega la semiologa Giovanna Cosenza, che dal blog "Disambiguando" osserva il fenomeno - è uno strumento come un altro per comunicare tra pari. Essere piantati online? Può succedere, ma quando la rete non c´era chi voleva mollarti si limitava a sparire, o a non farsi trovare al telefono. Se ti accanivi, dovevi andare sotto casa sua. Ora basta "spiarlo" attraverso il profilo di un´amica…». Un tragico calo di romanticismo? Non secondo la semiologa: «Sul network le ragazze disseminano cuoricini e manga, Hello Kitty e frasi sciroppose proprio come nella vita reale, mentre i maschi preferiscono arricchire il profilo con le prodezze sportive. Ma l´immagine che si offre di sé nel proprio profilo spesso consente una conoscenza non banale, racconta molte cose che sarebbe difficile sapere senza una frequentazione di lungo corso». Insomma, il consiglio - come nel film che segnò l´esordio di un´adolescente Sophie Marceau in quel preistorico 1980 - è quello di lasciare i propri figli ragazzini in uno stato di "libertà vigilata", consentendo loro l´accesso alla rete ma controllandoli a distanza. Con qualche avvertenza da far filtrare ai fidanzatini e agli aspiranti tali. «Per chi è su Facebook - avverte Luca Conti, giovane blogger e autore di un manuale su business e network per Hoepli - gli aggiornamenti "in diretta" sono piuttosto vincolanti, anche se esistono le liste che consentono chi informare e chi no. È buona regola non diffondere mai informazioni che non si vorrebbe far diventare pubbliche, perché potrebbe comunque succedere». E la gelosia viaggia anche online: «Non è infrequente che soprattutto i ragazzi "costringano" le partner a condividere la password». Facebook, del resto, è al tempo stesso strumento e luogo: «I suoi meccanismi influenzano i comportamenti, e anche la vita sentimentale, ma il fatto che costringa a creare un profilo non falso ha un grosso impatto sulle azioni successive - assicura Vincenzo Cosenza, responsabile delle sede romana di Digital PR dopo una lunga esperienza alla Microsoft, ma anche autore su www.vincos.it di un osservatorio sui network in Italia - Del resto non si tratta di un sito di appuntamenti, ma di un modo per restare in contatto con persone che già si conoscono, che offre però una serie di strumenti di avvicinamento, dai tags al "mi piace" fino alla pubblicazione delle proprie foto». Quanto allo stato, lo si sceglie accuratamente. E per dichiararsi "impegnati/e" non serve chiedere il permesso.