Chiara Paolin, il Fatto Quotidiano 27/11/2010, 27 novembre 2010
MOVIMENTO PER LA VITA (E PER LE POLTRONE) - “I
temi della vita fragile non trovano mai spazio, per questo stiamo lottando per Vieni via con me: fare informazione emotiva così forte è importante, ma le opinioni vanno bilanciate”. Carlo Casini guida la pattuglia dei movimenti pro-life che hanno chiesto di dire la loro sui temi bioetici dopo che Fazio e Savia-no avevano invitato in trasmissione i familiari di Eluana Englaro e Piero Welby. Dopo giorni infuocati e un nulla di fatto tra il direttore generale Rai Masi (pro intervento) e il direttore di Rai3 Ruffini (contrario), si va verso il no. Fazio apre solo uno spiraglio: “Se vogliono li invito a Che tempo che fa”.
“Chiediamo di esprimerci perché diventa una forma di violenza presentare una visione unica della vita - aggiunge Casini -. Per noi è un’occasione rara”. Secondo Mario Staderini, dei Radicali, le cose stanno diversamente: “Spaventati dagli 8 milioni di spettatori che per 23 minuti hanno potuto conoscere la storia di Welby, pretendono repliche. Nascondono però che i soli esponenti del Vaticano a ottobre hanno avuto parola in Rai per 3 ore e 24 minuti, raggiungendo nei soli telegiornali 841 milioni di ascolti”. Ultima dichiarazione ieri del cardinal Ruini, tornato in video per dire che il diritto di replica ci sta tutto. Ma non di sola tivù deve occuparsi Carlo Casini, 75 anni, ex magistrato (anche di Cassazione) e docente universitario, una lunga carriera da onorevole Dc con successivi passaggi a varie formazioni di centro, attualmente parlamentare europeo con l’Udc e presidente della Commissione Affari Costituzionali, nonché membro di importanti consigli d’amministrazione italiani (come le assicurazioni Cattolica e San Miniato). Insomma una vita spesa a coniugare i precetti di Santa Romana Chiesa con gli affari terreni: dopo una carriera fulminante in Azione Cattolica, nel 1990 Casini è cofondatore del Mpv, Movimento per la vita, associazione che raccoglie ormai più di 600 organizzazioni su tutto il territorio nazionale con 315 Centri di aiuto. Strutture che molti vorrebbero trasformare in terminali del servizio sanitario nazionale.
APRIPISTA la Lombardia, che dal 2001 ha previsto di accreditare centri privati come soggetti che svolgono le funzioni dei consultori familiari, chiaramente con la possibilità di rifiutare le prestazioni per l’interruzione di gravidanza. In regione sono 6 gli ospedali che hanno una sede Mpv all’interno. Oppure davanti . Celebre il caso di Tradate, vicino Varese, dove proprio di fronte all’ostetricia ha campeggiato per anni il cartellone “Mamma ti voglio bene, non uccidermi”, insegna promozionale del centro cui la giunta leghista oggi in carica ha assegnato la convenzione per i servizi di ‘sostegno alla natalità’.
Il modello lombardo si sta duplicando nel Lazio con la proposta di Olimpia Tarzia, consigliere Pdl e storica attivista Mpv: consultori con personale pro-life augurandosi che presto il Parlamento voglia estendere il meccanismo a tutta la nazione. Per ora, giusto ieri, il ministro della Salute Fazio ha fatto sapere che dal 2011 il 9 febbraio diventerà la Giornata nazionale degli stati vegetativi. In memoria di Eluana, morta quel giorno, ma per sponsorizzare la scelta opposta a quella fatta da lei e dal padre.
DEL RESTO Carlo Casini (nessuna parentela con Pier Ferdinando) è uomo attento alle dinamiche politiche più sottili. Da sempre vicinissimo a Rocco Buttiglione, pare godere di buona sintonia anche con il ministro del welfare Maurizio Sacconi. Solo grazie a lui è nato il progetto Heptavium, una lunga serie di incontri promossi in tutta Italia dal Mpv per dibattere su eutanasia e testamento biologico alla presenza di massimi rappresentanti istituzionali. Il tutto col contributo del Fondo per l’associazionismo del Ministero delle politiche sociali. Di Sacconi, insomma. Che durante il Meeting di Rimini, lo scorso agosto, disse chiaramente: “La biopolitica deve trovare un posto centrale nell’agenda di governo”. Casini replicò interessato: “Ci sono valori che non sono negoziabili, su cui si dovrebbe trovare un consenso . E, quindi, una maggioranza di governo”.
Certo giorni diversi, ma già allora il tema era: con chi sta l’Udc? A oggi i segnali sono contraddittori, la spaccatura di Fli ha rimescolato le carte, aumentando il peso dei cattolici. “Noi vorremo parlare con tutti - chiude Casini -. Ma a sinistra ci tirano i pomodori, a destra un po’ ci ascoltano. Magari strumentalmente, ma ci ascoltano”.