Rita Di Giovacchino e Marco Lillo, il Fatto Quotidiano 27/11/2010, 27 novembre 2010
GUAI GROSSI PER FINMECCANICA BUFERA SUI CONTRATTI ENAV
Corruzione. È questa l’accusa contestata a Marina Grossi, la moglie del numero uno di Finmeccanica Pierfrancesco Guarguaglini, amministratore delegato di una società del gruppo, la Selex Sistemi Integrati, che fattura 750 milioni di euro. Sempre per corruzione è indagato anche l’amministratore delegato dell’Enav, Guido Pugliesi. Sono una decina in tutto gli indagati e le perquisizioni hanno riguardato anche il presidente dell’Enav Luigi Martini, ex calciatore della Lazio vicino ad An, indagato anche lui ma solo per false fatturazioni, come altri top manager del gruppo Finmeccanica. Tra questi spicca il nome di Lorenzo Borgogni, direttore delle relazioni esterne del terzo polo industriale italiano. Marina Grossi è indagata per gli affidamenti dei lavori Enav Spa conferiti a Print Sistem Srl e Arc Trade Srl. Non solo, la moglie di Guarguaglini è accusata anche di avere emesso fatture di Selex S.I. per operazioni inesistenti per un ammontare enorme: 10 milioni di euro nel solo 2009. Ed è interessante notare che tra i manager di Selex indagati con lei rispunta il suo vice, Manlio Fiore, che proprio insieme alla signora Guarguaglini incontrò Gianpi Tarantini ed Enrico Intini, quando i due imprenditori cercavano di acquisire appalti su presentazione di Guido Bertolaso.
SECONDO L’ACCUSA gli appalti erano stati concessi soprattutto a Print Sistem e Arc Trade con “assenza di gare nella prassi”. Una prassi che – secondo quello che hanno dichiarato alcuni manager dell’Enav sentiti dal pm - non era stata incrinata dalle opposizioni messe a verbale da alcuni consiglieri come “confermato dalla presentazione spontanea dell’amministratore Guido Pugliesi”, il quale ha quindi parlato con il pm. A prescindere dall’esito dell’inchiesta, il quadro che emerge è desolante: trasparenza e concorrenza non sono avvistate nei radar di un’azienda pubblica strategica come l’Enav, l’Ente nazionale per l’assistenza al volo che gestisce gli apparati di sicurezza in tutti gli aereoporti d’Italia. I finanzieri hanno sequestrato tutte le carte degli appalti affidati da Enav negli ultimi due anni e che poi Selex S.I. ha affidato tramite le imprese degli amici del management come Arc Trade e Tecno sky.LaGuardiadiFinanzasièconcentrata soprattutto sull’aeroporto di Palermo e in un’informativa del 12 ottobre scorso ha sviscerato l’appalto ottenuto dalla “Arc Trade Srl che ha acquistato un sistema radar doppler Wind tracer inserito nel programma di monitoraggio del wind-shear per installarlo a Palermo”.
Nel mirino dell’indagine anche Capodichino a Napoli e Lamezia Terme. I fatti in esame si sono svolti nell’arco di cinque anni tra il 2005 e il 2010.
A LEGARE i vari filoni di indagine su Finmeccanica, dal caso Mockbel-Di Girolamo a quello dei radar dell’Enav, sono proprio i nomi di alcuni indagati. Oltre a Marina Grossi, moglie del presidente di Finmeccanica, troviamo due personaggi molto noti, Lorenzo Cola e Marco Iannilli, titolari dell’Arc Trade, una delle società cui l’Enav affidava appalti a tutto spiano. Il primo, supertatuato con i simboli della Rosa dei venti, si spaccia per un mago dell’alta finanza e certamente è un uomo legato ai servizi segreti, come dimostra l’attività sugli scenari militari della società Cogim, di cui è stato manager. Ora Cola sta parlando e in tanti tremano. Guarguaglini si fidava di lui, al punto da affidargli il compito di piazzare alla Casa Bianca una partita di elicotteri, durante la presidenza Bush. Per l’ex senatore Paolo Nic Di Girolamo un uomo ambiguo, legato a vari servizi segreti. Iannilli, commercialista e mago dei paradisi fiscali, da qualche tempo è diventato il grande accusatore. A entrambi la procura di Roma attribuisce l’operazione Digint, una strana joint venture tra Finmeccanica e Gennaro Mokbel, il faccendiere della colossale truffa carosello che ha coinvolto Telecom e Fastweb. A coordinare le inchieste Digint e Enav è il procuratore Giacarlo Capaldo, affiancato dal pm Rodolfo Sabelli, e da Paolo Ielo che segue un filone diverso. Tra gli indagati compare anche l’imprenditore Tommaso Di Lernia, proprietario di Print System, una delle società perquisite ieri, a suo tempo indagato per la scalata a Rcs.
Lorenzo Borgogni, invece, è indagato per i suoi rapporti con una serie di società. Il pm Capaldo ha chiesto ai finanzieri di sequestrare tutte le fatture emesse nei confronti di Renco Spa, Auxilium Trade Srl, Simav Spa, Aicom Srl, Chorus Services, “per verificare l’esistenza di sovrafatturazioni”. A spingere il pm a indagare in questa direzione sono le “dichiarazioni acquisite” da Cola e, ancor di più, da Iannilli, con tutta probabilità. Decine di società che, approfittando del segreto e dell’assenza di gare, emettevano fatture per operazioni inesistenti a società della galassia Enav-Finmeccanica. Le false fatture servono solitamente a evadere il fisco o a creare fondi neri, cosa che Guarguaglini ha sempre escluso. La domanda degli investigatori è: a cosa servivano tutti questi milioni? Chissà se Cola e Iannilli hanno risposto anche a questa domanda. Per l’Enav si ipotizza il reato di falso in bilancio. Ma l’Ente fa sapere di aver fornito “la massima collaborazione all’autorità giudiziaria per consentire una rapida e completa raccolta della documentazione richiesta, in parte già spontaneamente consegnata nei giorni scorsi”.