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 2010  novembre 26 Venerdì calendario

INTERVISTA A MARIA DE FILIPPI

Lady Maria, nostra signora dominatrice della tv, non ama scendere dalla giostra. Ha appena chiuso il suo salotto di ricongiunzioni e lacrime, C’è posta per te, al dodicesimo anno di share ubriacanti, e già pensa al prossimo (programma) mentre continuano ad andare avanti Amici e Uomini e donne. Solo pochi giorni e il primo si va di nuovo in onda in prima serata su Canale 5 con Let’s dance, reality ballerino con Claudio Amendola e Vanessa Incontrada, che ha già fatto inalberare qualcuno: «È una puntata pilota, non ha nulla a che vedere con Ballando con le stelle. La fa la mia struttura. Io come Fascino la produco. I miei sono bravissimi e meritano di lavorare indipendentemente da me» giura Maria e si sorprende: «Ballandi mi ha fatto scrivere da un avvocato, ma questo è un format tutto diverso, non c’è la sala prove. È puro varietà con un tocco di ironia: ci saranno così i maestri di canto di Amici, Vessicchio, Di Michele, Zerbi, Maria Grazia Fontana che faranno gli Abba e la Maionchi, la Celentano e la Ricciarelli che faranno le tre Lady Gaga, i giornalisti, le grandi tenniste italiane».
Ma in tv il copia copia docet: vedi Io canto e Ti lascio una canzone.
«Io, però, non ho mai copiato, semmai ho dato agli altri. E, poi, non farei mai una cosa simile a Milly Carlucci».
Maria non le sembra di fare troppa tv?
«Fare tv mi piace e poi ho un’azienda che devo far lavorare».
Uomini e donne se lo potrebbe risparmiare, i tronisti sono diventati il simbolo della trash tv.
«È di moda parlarne male. Non parlo dei critici televisivi che hanno notato come il programma sia cambiato. Parlo per esempio della signora Martone magistrato nella vita ma soprattutto nella televisione che durante un Porta a Porta nell’ipotizzare i meccanismi della psiche di Sabrina ha detto “... sai vedeva Uomini e donne, quindi ...”. È un assurdo, la signora poteva anche domandarsi se la ragazza, vedendo il plastico di Cogne o di Garlasco, da lei spesso commentato, potesse aver trovato spunto per l’omicidio di sua cugina. Uomini e donne è un gioco, i plastici no, ci sono dei morti».
Si è mai chiesta i motivi del suo successo?
«Ho sempre pensato che il conduttore sia solo un valore aggiunto a un format. Se non c’è la struttura, non c’è valore che tenga. C’è posta per te continua ad avere successo perché sono gli ingredienti, le vicende raccontate, a determinarne il corso. È una sorta di grande Portobello».
Lei ha un impegno certosino, quasi calvinista, sul lavoro.
«Non sono capace di andare alla spera in Dio. Anche all’Università ero così. Ricordo di aver rifiutato un 26 in diritto privato perché mi sembrava poco».
Quale è stato il suo peggior fallimento televisivo.
«Ho sofferto per il flop di Missione impossibile anche perché in quell’occasione Maurizio si è giocato la direzione di Canale 5».
Ha mai pensato di lasciare Mediaset?
«Francamente ho un buon rapporto con l’azienda. E so che in Rai non troverei mai una situazione come questa. Da fuori vedo cose che mi lasciano perplessa su come funziona la tv pubblica».
Se anche quest’anno la versione serale di Amici fosse costretta ad andare contro le fiction Rai si arrabbierebbe?
«Non dico mai di no a Mediaset. Non ho mai avuto collocazioni di favore. Forse mi considerano forte. Sul sabato ho avuto via libera dalla Rai che ha smesso di investire».
Tornando ad Amici, si aspetta che anche quest’anno, per la terza volta, uno dei suoi ragazzi vinca il Festival?
«C’è Emma che ci vuole andare, però dice che non gliene frega nulla di vincere. Ma io lo vivo come un incubo. Una volta che i ragazzi sono lì, se vincono è solo per il televoto, se perdono è giusto. La vendita dei dischi dei ragazzi di Amici o di X Factor è una realtà non un televoto».
Finora hanno vinto.
«Io non li ho mai spinti ad andare, anche se loro ci tengono, la vedono come una laurea. Di Scanu l’ho saputo dieci giorni prima. Alessandra Amoroso non è andata perché non aveva un pezzo giusto. Ma lei è bravissima. È destinata a restare».
Questo è il pericolo dei ragazzi che escono da Amici: non restare.
«Ma loro lo sanno, hanno consapevolezza che le urla, appena escono dallo studio, saranno per quelli nuovi. E sanno benissimo che Amici è una scorciatoia che, a volte, affrontano a malincuore: la telecamera è un conto da pagare. Se le case discografiche facessero ancora il loro lavoro di talent-scout uno come Pierdavide Carone non sarebbe venuto».
Un’ultima domanda: che effetto le fa vedere suo marito Maurizio Costanzo dall’altra parte?
«Aveva voglia di tornare in Rai. Ma sta pagando una collocazione che non ha senso. E’ insensato metterlo contro Cento vetrine».