MARIO BAUDINO, La Stampa 26/11/2010, pagina 43, 26 novembre 2010
Lacrime d’Inghilterra - Era la pietra di paragone, il modello cui dall’Italia si guardava (be’, quei pochi che guardavano) con ammirazione e disillusione
Lacrime d’Inghilterra - Era la pietra di paragone, il modello cui dall’Italia si guardava (be’, quei pochi che guardavano) con ammirazione e disillusione. Stiamo parlando, ovviamente, dell’Inghilterra e del suo oliatissimo sistema di biblioteche pubbliche, onnipresenti e frequentatissime. Un esempio di civiltà, difficile da imitare, una leggenda. Ora non più: i tagli imposti dalla crisi stanno colpendo duro. Nell’ultimo anno, riferiscono i giornali britannici, sono stati licenziati almeno mille bibliotecari. Per evitare la chiusura, le biblioteche fanno appello ai volontari (che in parallelo sono cresciuti enormemente) e tuttavia si teme che in breve verranno dimezzate. Sono insorti gli scrittori: per esempio ha lanciato l’allarme Philip Phulmann, autore molto popolare per ragazzi (e non solo: è da poco strato tradotto da Ponte alle Grazie il suo Il buon Gesù e il cattivo Cristo , poco tenero verso la Chiesa, che ha sollevato un mare di polemiche). I volontari sono gente dabbene, ha detto in sostanza, ma non si può pensare che un bibliotecario esperto possa essere sostituito così alla buona. Le proiezione del «Chartered Institute of Library and Information Professionals» lasciano però poca speranza: si stima che nell’arco dei prossimi quattro anni potrebbero essere persi altri seimila posti di lavoro. Il Paese delle biblioteche fa strage di bibliotecari.