TEODORO CHIARELLI, La Stampa 26/11/2010, pagina 30, 26 novembre 2010
Passeggiata nel parco in mezzo all’oceano - E’ l’ultima frontiera dell’andar per mare in crociera
Passeggiata nel parco in mezzo all’oceano - E’ l’ultima frontiera dell’andar per mare in crociera. Una nave fantascientifica lunga 360 metri, larga 64 e alta come un grattacielo di 25 piani: 65 metri sul livello del mare. Ha una stazza di 225.282 tonnellate, può ospitare 5.400 passeggeri (che salgono a 6.300 con il gioco del terzo e quarto letto aggiunto per i figli) e 2.384 membri dell’equipaggio. Si chiama «Allure of the seas», fa parte del secondo gruppo crocieristico mondiale, Royal Caribbean, ed è la nave più grande del mondo. Mercoledì e giovedì a Fort Lauderdale, in Florida, a meno di un’ora da Miami, la presentazione ai media. Una Disneyland galleggiante capace di trasportare, divertire, coccolare e occupare in giro per i Caraibi qualcosa come 8.500 persone. Come se l’intera cittadina di Cogoleto fosse a bordo con tutti i servizi: negozi, ristoranti, teatri, cinema, ospedale, palestre, cappella, impianti sportivi, ufficio postale. Persino - con i dovuti scongiuri - la camera mortuaria. «Allure of the seas», costruita nei cantieri finlandesi di Turku (i principali concorrenti dell’italiana Fincantieri, leader mondiale nel settore), è figlia di una corsa al gigantismo che ha caratterizzato le grandi major mondiali del settore con l’esplodere del business crocieristico, prima nei Caraibi, poi nel Mediterraneo e, infine, con la nuova frontiera del Far East. Un settore in continua crescita, ma che ha dovuto fare i conti con la crisi economica soprattutto in America e in Europa. Così la domanda continua a crescere, spinta da prezzi competitivi (per una crociera di sette giorni con questo colosso si parte da 750 euro a persona), ma i gruppi armatoriali faticano a reperire le enormi risorse necessarie alla costruzione di navi sempre più sofisticate. «Allure of the seas» è costata 1,4 miliardi di dollari, 1,1 miliardi di euro. La sua ultimazione è stata in forse e comunque ha subito un ritardo proprio a causa delle difficoltà di Royal a reperire le risorse. Lo scorso 20 ottobre, parlando con gli analisti finanziari, l’amministratore delegato del gruppo, Richard Fain, ha escluso che Royal Caribbean possa ancora ordinare ai cantieri navi di queste dimensioni. Ieri il presidente Adam Goldstein ha aggiunto: «Anche con “Allure of the sea” il nostro obiettivo era non tanto di realizzare la nave più grande, ma quella migliore». Presente soprattutto in America e in Europa («L’italia è oggi il primo mercato mondiale per le crociere», ha detto Goldstein, annunciando un rafforzamento della presenza soprattutto su Genova), Royal Caribbean punta ora su Sud America e Asia. «Vogliamo crescere in Cina - ha aggiunto il presidente - dove c’è un mercato di 250 milioni di potenziali clienti». Ma torniamo ad “Allure of the seas”. A visitare questo colosso dei mari c’è da rimanere a bocca aperta. Senza correre il rischio di non sapere che fare. C’è solo l’imbarazzo della scelta. Si può vedere un musical di Broadway in versione integrale (ora è programmato «Chicago»), o lanciarsi con la Zip Line in un’elettrizzante traversata sospesa nel vuoto a 25 metri di altezza, nove piani sopra la boardwalk, la passeggiata interna. Si può pattinare sul ghiaccio o arrampicarsi su due pareti di free climbing, nuotare in piscina o rilassarsi nelle vasche idromassaggio, camminare in un parco, fare shopping o giocare al casinò, ascoltare musica jazz o scatenarsi in discoteca, assistere a esibizioni acrobatiche, di nuoto sincronizzato e subacquee o tenersi in forma fra jogging, palestre, spa e due simulatori di surf. O, infine, dedicarsi alle gioie del palato passando da un ristorante italiano a una churrascaria brasiliana, da Starbucks a uno champagne bar. Per inciso: il ristorante «Adagio» con i suoi tre piani è il più grande, e non poteva essere altrimenti, ristorante del mondo sul mare.