ALESSANDRO BARBERA, La Stampa 26/11/2010, pagina 7, 26 novembre 2010
Quattro ferrovie ai nastri di partenza - Cabina di regia e fondo unico per le infrastrutture. Sblocco dei fondi Fas 2007-2013, la cui destinazione dovrebbe concentrarsi su poche opere
Quattro ferrovie ai nastri di partenza - Cabina di regia e fondo unico per le infrastrutture. Sblocco dei fondi Fas 2007-2013, la cui destinazione dovrebbe concentrarsi su poche opere. E poi crediti d’imposta e fiscalità di vantaggio al posto degli incentivi a pioggia, infine la Banca per il Mezzogiorno. Il piano per il Sud attendeva di vedere la luce da più di un anno, da quando il premier ne affidò la stesura all’allora ministro Claudio Scajola. Ora, complice la crisi e la possibilità concreta di finire tutti in campagna elettorale, il governo ha innestato il turbo. Il consiglio dei ministri di oggi approverà un documento, ma soprattutto due decreti e una delibera del Comitato interministeriale per la programmazione economica dedicata agli investimenti al Sud. Il progetto è stato presentato ieri ad enti locali e parti sociali. I due decreti - uno ministeriale, il secondo legislativo - promettono di rivoluzionare il modo in cui finora le Regioni e gli enti locali hanno attinto alle risorse a loro disposizione, in buona sostanza fondi «Fas» nazionali e comunitari: il Dipartimento per lo sviluppo del ministro Raffaele Fitto calcola che ci sono a disposizione - di qui al 2013 - almeno 75 miliardi di euro, 40 dei quali europei. Il primo decreto si occupa della cosiddetta «perequazione infrastrutturale», ovvero indicherà i criteri grazie ai quali, entro tre mesi, verranno decise le opere da finanziare al Sud. In cima alla lista ce ne sono quattro: gli assi ferroviari Napoli-Bari-Taranto, Salerno-Reggio Calabria, Catania-Palermo e l’ormai mitologico (nessuno ci crederà finché non lo vedrà) Ponte sullo Stretto. Il secondo decreto attribuisce al governo i poteri di coordinamento che ha perso con la riforma federale del 2001. Nascerà il «Fondo per lo sviluppo e la coesione», una sorta di grande scatola di tutte le risorse disponibili. Quindi ci sarà la delibera del Cipe, il provvedimento che sblocca il piano di fondi Fas per il periodo 2007-2013. Lo sblocco sarà per ora solo formale: di qui a due mesi il governo deciderà quali interventi finanziare «in coerenza con gli indirizzi del piano per il Sud». Uno dei punti più rilevanti del piano, che sembrava pronto e che invece viene rimandato di almeno una settimana, è il riordino del sistema di incentivi alle imprese. Tre le parole d’ordine del documento: «automaticità, semplificazione, concentrazione». La promessa è quella di sostituire gli interventi a pioggia con meccanismi che «favoriscano la crescita dimensionale delle imprese meridionali», e strumenti come «credito d’imposta e fiscalità di vantaggio». Infine la Banca per il Sud, di cui si parla ormai da dieci anni: ieri Giulio Tremonti ha annunciato che martedì Poste e il sistema delle banche di credito cooperativo formalizzeranno la proposta di acquisto ad Unicredit di Mediocredito centrale. Il documento promette la nascita di «una banca di garanzia». Sarà accompagnata dalla nascita di un Fondo «Jeremie» (Joint European Resources for Micro to Medium Enterprise) per l’utilizzo dei fondi strutturali europei.