Leonardo Iannacci, Libero 26/11/2010, 26 novembre 2010
ELISA PUNTO E A CAPO
In lei c’è una grande ammirazione per Nathalie, la reginetta del momento che, dopo aver sbancato X Factor, è balzata al primo posto della classifica di iTunes con il brano “In punta di piedi”. Elisa si rispecchia in questa ragazza romana trentenne che ha scalato la vetta del successo grazie a una dote rara: la voce. «Ha un impasto vocale è molto originale e penso che, in più rispetto a tante sue colleghe, abbia la capacità di spaziare dal rock al melodico, dal ritmato ai falsetti più difficili», spiega Elisa che abbiamo incontrato ieri per l’uscita di “Ivy” (etichetta Sugar). Album che sarà messo in vendita martedì 30 novembre in una lussuosa confezione comprendente un cd, con 17 canzoni (c’è anche una rimaneggiatissima “Rainbow”, tra cori di voci bianche e organi hammond), e un dvd nel quale l’artista friulana, lanciata anni fa da quell’incredibile talent-scout che è Caterina Caselli, si racconta.
Ecco il primo cd da mamma: l’enfant prodige Elisa non esiste davvero più... «Che impressione! In realtà è una festa: ho voluto raccogliere canzoni inedite, greatest hit e cover di altri artisti che sono soprattutto amici per fare un punto a capo della mia vita professionale. Non poteva mancare “Ti vorrei sollevare”, realizzata con Giuliano Sangiorgi poco prima della nascita di mia figlia».
I Negramaro che c’azzeccano con Elisa? «Scherza? Sono i mie compagni di giochi... L’ultima volta si sono presentati a casa mia, a Monfalcone. Era inverno e Giuliano aveva una camicettina leggera addosso. Gli ho detto: prendi una polmonite! E lui: scherzi? Sono un focoso pugliese, io!». Negli ultimi tempi lei frequenta parecchi colleghi e colleghe. Sorprendente il duetto in fran-
cese con Giorgia.
«Con lei c’è una grande amicizia anche se non sarebbe necessario sbandierare ai quattro venti chi frequento: con Giorgia canto “Pour que l’amor me quitte”, una ninnananna con contorno di voci bianche tra le quali, mischiata, c’è anche quella di mia figlia Emma. Per il futuro le sto anche scrivendo una canzone... Con lei e Laura Pausini, un’altra da sballo, siamo molto amiche».
Tra i duetti spunta anche quel satanasso di Fabri Fibra, uno che divide parecchio la critica: a lei piace?
«È un geniaccio. Ho felicemente inquinato di hip hop la mia classica “Anche tu, anche se (non trovi le parole)” soltanto per la sua voce. Per Fabrizio ho cambiato tutto l’arrangiamento della prima parte».
Dopo essere diventata mamma e dopo il concertone al femminile di San Siro 2009, è tempo di bilanci per Elisa: che valore dà alla felicità?
«Alto, anche perché ho scelto un brano apposta per fare un bilancio generazionale: “Ho messo via” di Liga. Qui lo ricanto perché ho avvertito la necessità di ricordare il passato ma anche
quella di non volerlo riavere mai più. Noi trentenni dobbiamo essere onesti e riconoscere che, malinconicamente, non sempre riusciamo a mettere da parte quello che vorremmo».
Negli ultimi tempi si è molto sghiacciata e nel dvd appare in scenette di vita familiare, con sua figlia. Prima si esprimeva soltanto con la voce.
«Ognuno ha il suo carattere ma le canzoni le ho sempre viste come un’esposizione di quadri, di opere che raccontavano momenti belli o brutti di una vita, la mia».
Qualche esempio?
«Prendete gli inediti del disco: in “Fresh air” ci sono io, ventenne, che lascio il mestiere di parrucchiera per diventare cantante e fuggo a Londra. Quindi un sogno che si avvera. Ma in “Sometime ago” c’è anche dolore: parlo con mio nonno scomparso e guardo al futuro. Le canzoni sono sensazioni che ti restano dentro senza che tu sappia spiegarne il motivo. Sono un mistero».