Carola Uber, Chi, n. 48, 01/12/2010, pp. 124-128, 1 dicembre 2010
Magda Gomez: «La mia passione primordiale è l’arte. Sa quand’è che mi sento felice? Dentro un museo»
Magda Gomez: «La mia passione primordiale è l’arte. Sa quand’è che mi sento felice? Dentro un museo». Potesse ripensare la sua vita, oggi farebbe la pittrice. «O la gallerista o la curatrice di mostre d’arte. […] A scuola ero brava solo in educazione artistica e storia. Nella mia famiglia non ci sono pittori, però i miei genitori hanno un certo spirito artistico: mia madre scrive poesie e mio papà, da giovane, faceva il deejay fricchettone. […] Non sempre l’arte ti dà da vivere. Dopo aver fatto l’unico liceo pubblico di Barra Bonita, il classico, sono andata a San Paolo a lavorare per un parrucchiere. Lì mi hanno proposto di fare la modella. E siccome nella vita il treno passa una volta sola, l’ho preso al volo. […] Anche la moda è una forma d’arte. Sono un’esteta, il bello mi emoziona in tutte le sue forme. E comunque all’epoca sognavo di diventare modella più che pittrice. Ricordo che, a 13 anni, con i primi risparmi da baby-sitter, feci l’abbonamento a Vogue e a Elle. A Barra Bonita, in mezzo alle mucche, le sfogliavo solo io. […] Preferisco il periodo dal ‘400 al ‘700, al massimo mi spingo fino all’Impressionismo. Amo artisti come Caravaggio, Dürer, Cranach… ». Un dipinto che l’ha commossa? «La Nascita di Venere di Botticelli a Firenze. Lì ho avuto un mancamento […]. Disegno, con matite e carboncino. Li ho sempre con me assieme a un blocco». Cosa la rende malinconica? «La solitudine […]. Ora per esempio, mi sono stufata di stare da sola e vado due mesi a Miami dal mio fidanzato. Ne ho bisogno». La tv non le ha più proposto niente? «Dei reality, ma sono contro il mio gusto estetico».