Valerio Palmieri, Chi, n. 48, 01/12/2010, pp. 101-103, 1 dicembre 2010
Benedetta Mazzini. «[…] Nella vita privata, non sono per niente sicura, mi piace questo senso di inadeguatezza che con gli uomini mi fa sentire più spontanea»
Benedetta Mazzini. «[…] Nella vita privata, non sono per niente sicura, mi piace questo senso di inadeguatezza che con gli uomini mi fa sentire più spontanea». *** II 26 parte su Rai5 in prima serata parte Benedetta Africa, una docu-fiction sui suoi viaggi in quelle terre con personaggi famosi. «Il primo a venire, non ci crederete, è stato Enzo Iacchetti». Cosa si deve fare se si incontra un leone? Risposta. «Non bisogna scappare, ma stare fermi. E, se è buio, occorre puntare una torcia: nove su dieci il leone scappa». E se non scappa? «Come si dice fra ranger, meglio essere uccisi da un leone, rapido e indolore, che da un elefante, lento e doloroso». La prima volta è andata in Africa per dimenticare un fidanzato. «La mia vita è piena di traumi e io ho sempre reagito con scelte radicali. A 22 anni, quando ero all’apice della mia carriera, ho avuto un terribile incidente d’auto, ho rischiato di perdere una gamba. Dopo un anno e mezzo di ospedale sono fuggita in Indonesia, lontano da tutti». *** Figlia di Mina. «Sono sempre stata fiera di esserlo, perché per me è la mia mamma, quella che mi cucina, mi dà consigli, mi trasmette una profonda sicurezza, mi dice "vai bene così". Toglietemi tutto, ma non Mina». *** Nel 1992 ha vissuto una storia travolgente con Enrique Bunbury degli Heroes del silencio, che le ha dedicato tre canzoni. «Fu una cotta pazzesca, all’epoca parlavo ai lampioni. […] Sogno una famiglia normale, ho la cantina piena di libri di cucina per quando mi sposerò. […] Non vedo l’ora di incontrare un uomo interessante, che mi inviti a mangiare una pizza. Se uno è noioso, può anche portarti alle cascate del Niagara, ma sempre noioso resta».