GIANCARLO ZIZOLA , la Repubblica 21/11/2010, 21 novembre 2010
IL PASTORE TEDESCO E LA MODERNITÀ
Gli aperitivi d´agenzia del libro-intervista di Peter Seewald a Benedetto XVI, in uscita dalla Libreria Editrice Vaticana, bastano a suggerire, sia pur provvisoriamente, una revisione dello stereotipo che si è incollato sul "Pastore Tedesco" all´indomani dell´elezione al Soglio oltre cinque anni fa.
Ne emerge piuttosto un ritratto più problematico e complesso di Ratzinger, che mostra di aver imparato dai suoi stessi incidenti di percorso. Il Papa, nel prendere atto della gravità della crisi cattolica, si apre a soluzioni nuove. Non solo riconosce la moralità in certi casi del ricorso al preservativo, ma ammette esplicitamente che la modernità stessa, bestia nera dei patroni della religione tradizionale, elabora grandi valori morali, che il cristianesimo deve assumere per non ridursi a sottocultura, senza però venir meno alle esigenze critiche.
Le prese di posizione papali sembrano tanto più considerevoli se contestualizzate all´interno del questionario partigiano dell´intervistatore suo conterraneo, chiaramente alla caccia del vecchio "Pastore tedesco". Le narrazioni grondanti pessimismo e catastrofe sulla società moderna prendono un´altra volta d´assedio il trono papale, ma per una volta è il Papa stesso a difendersene, moltiplicando pazientemente le precisazioni, i riequilibri, persino le smentite. Il risultato è che il profilo del papato si dissocia anche nettamente dal rischio di immolarsi alle catture degli stereotipi costernanti della destra cattolica.
L´occasione mediatica è utilizzata per due scopi principali: 1) offrire spiegazioni su alcuni nodi del pontificato, in particolare sulla precipitosa assoluzione dei vescovi lefebvristi e di Williamson (su cui l´errore è riconosciuto) e sulla lezione di Ratisbona con le sue code polemiche; 2) impegnarsi ad assumere umilmente i fenomeni deteriori emersi nel sistema ecclesiastico, in particolare la pedofilia, per far partire un generale processo di catarsi e di riforma della Chiesa universale.
Sembra dunque di percepire che il Ratzinger di questa intervista ritrovi, come dice Seewald, "il suo nerbo profetico" e detti i primi contorni di una proposta di innovazione con la quale intenderebbe rispondere alle sfide della crisi. Una proposta che non può che coinvolgere lo stesso assetto storico della sovranità pontificia, nel senso di riconoscere che la carica è divenuta insostenibile per un uomo solo e che va integrata con elementi di partecipazione collegiale molto più reali di quelli finora adottati. Si tratta di rimodellare il papato fuori dello schema del potere, come del resto lo stile non trionfalista o ostentatorio di Ratzinger sta facendo passare come nuova visione della figura papale nel mondo cattolico. E si tratta di assumere una migliore cautela nella pretesa di detenere l´unica verità, sia pure ai fini di una battaglia contro il relativismo, che certamente è irrinunciabile per questo pontefice.
Se dunque la chiave di lettura della biografia di Ratzinger è una rivalutazione morale della modernità, al di fuori degli schemi della cultura intransigente, ci troveremmo di fronte ad una riflessione di grande respiro capace di incoraggiare un nuovo equilibrio all´interno della Chiesa, ma allo stesso tempo a mobilitarla come forza positiva mondiale, accanto alle altre grandi religioni, per aiutare la società moderna a sradicare con più efficacia i suoi demoni. E´ notevole che il papa riconosce che nella società globale complessa un potenziale di coscienza morale non solo esiste, ma si fa luce e che ora la sfida è trasformarlo in cambiamenti di stile di vita, in capacità di rinuncia, in nuove forme globali di solidarietà. Per questo sono indispensabili decisioni politiche ma anche soggettive. Il Papa prosegue dunque a servire il ruolo umanistico delle grandi figure papali del Novecento, la premura per le sorti della Terra, e non solo del Cielo, svolta da Roncalli, Montini, Wojtyla. E ridefinisce il suo antico contenzioso con la modernità assumendolo nello stesso paradigma della costituzione conciliare sulla Chiesa e il mondo: il paradigma della compagna di viaggio di uomini e donne in ricerca dell´Assoluto, ne siano o meno coscienti.