VALERIO MARIANI, La Stampa 21/11/2010, pagina 23, 21 novembre 2010
Cresce più che in Usa ma resta la diffidenza - Una risposta alla crisi dei consumi proviene dall’e-commerce: nonostante i valori assoluti siano ancora molto bassi rispetto al resto d’Europa, gli italiani che comprano su Internet crescono, spendono e maturano
Cresce più che in Usa ma resta la diffidenza - Una risposta alla crisi dei consumi proviene dall’e-commerce: nonostante i valori assoluti siano ancora molto bassi rispetto al resto d’Europa, gli italiani che comprano su Internet crescono, spendono e maturano. Secondo i dati del decimo rapporto dell’Osservatorio promosso dalla School of management del Politecnico di Milano, realizzato in collaborazione con Netcomm, il Consorzio del commercio elettronico italiano, nel 2010 si prevede un incremento del 14 per cento delle vendite online rispetto al 2009. Dopo un anno di stallo, l’e-commerce torna a crescere registrando un volume di affari complessivo di 6,5 miliardi di euro pari a circa l’1 per cento del valore del mercato retail. Sempre secondo il rapporto, sono circa 8 milioni gli acquirenti online italiani, in crescita di un milione rispetto al 2009. La crescita del volume d’affari è circa il doppio rispetto a quella attesa negli Stati Uniti e in Gran Bretagna per il 2010, mentre è in linea con quella della Francia e superiore a quella della Germania, confermando l’intuizione di un colosso dell’e-commerce come Amazon che in settimana inaugurerà lo store italiano. In particolare per quanto riguarda i settori merceologici, il rapporto dell’Osservatorio attesta l’incremento più alto per il settore dell’abbigliamento (+43 per cento), oltre il doppio degli altri comparti, grazie alle ottime performance di Yoox e all’inaugurazione dei negozi virtuali di molti brand. Ma è il turismo il primo settore dell’e-commerce in Italia, contando per il 52 per cento sul totale e registrando un incremento di 443 milioni di euro. Risultato, questo, prevedibile visto che il 70 per cento delle transazioni del comparto riguardano il ticketing di treni e voli aerei o, comunque, le vendite di servizi. A seguire, ma a notevole distanza, l’informatica e l’elettronica di consumo (10 per cento del totale), assicurazioni, abbigliamento, editoria, musica e audiovisivi. In controtendenza rispetto ai mercati di Usa, Gran Bretagna, Francia e Germania, è la vendita dei prodotti. In questi paesi, infatti, risultano essere prevalenti rispetto a quelle dei servizi (60 per cento contro 40), mentre in Italia i servizi come le biglietterie dei treni, degli aerei e degli eventi in generale, contano ancora per il 65 per cento rispetto al totale. Nonostante i valori in incremento, in Italia non si è ancora diffusa un’abitudine all’acquisto online. Sempre secondo il rapporto del Politecnico di Milano, l’e-commerce italiano rappresenta l’1 per cento del mercato retail mentre in Gran Bretagna il commercio online è il 10 per cento del totale, in Germania è il 7 e in Francia il 5. Un altro dato riguarda il numero di acquirenti su Internet: gli 8 milioni di italiani sono ancora un valore molto basso rispetto ai 28, 20 e 34 milioni di utenti di Gran Bretagna, Francia e Germania. La spesa media di 800/900 euro all’anno, infine, risulta essere allineata a quella di francesi e tedeschi.