ROSELINA SALEMI, La Stampa 21/11/2010, pagina 23, 21 novembre 2010
Amazon lancia la guerra dei libri - Coming soon. Sta arrivando, arriva, è arrivato. Amazon, il sito di e-commerce più utilizzato del web è alle porte - l’annuncio ufficiale martedì - e c’è chi minimizza, chi esulta e chi trema
Amazon lancia la guerra dei libri - Coming soon. Sta arrivando, arriva, è arrivato. Amazon, il sito di e-commerce più utilizzato del web è alle porte - l’annuncio ufficiale martedì - e c’è chi minimizza, chi esulta e chi trema. Alla fine, per parafrasare Dino Buzzati, i tartari, annunciati da tempo, sono qui, con il peso del loro enorme fatturato: 7,56 miliardi di dollari nel terzo trimestre del 2010 (a fronte dei 5,44 incassati nello stesso periodo dell’anno scorso) e un utile netto di 231 milioni di dollari, contro i 199 del 2009. Arrivano preceduti da indiscrezioni e ipotesi (hanno risolto i problemi principali, logistica e tempi di consegna), da un certo scetticismo sulla possibilità che la macchina da guerra si metta in moto già per Natale, e da una campagna pubblicitaria che promette: «Puntiamo sull’Italia» e «Non il solito pacco». Non è il solito, no, e anche se nel mercato virtuale ci saranno dischi, software, orologi, giocattoli (non i tosaerba, come negli Usa, o le bare) questa è la guerra dei libri, e avrà le sue brave conseguenze. Amazon li vende da quindici anni, da due e mezzo distribuisce anche e-book ( che a luglio hanno superato i volumi del cartaceo) ed è famoso per il suo marketing. Basta aver acquistato un testo qualsiasi per essere inseguiti a vita da proposte e offerte. Ha cambiato il mondo di comprare, ha abbattuto i confini in Canada, Stati Uniti, Cina, Giappone, Francia, Germania e Inghilterra. Vuoi il Dictionnaire du corps di Michela Marzano? E’ su Amazon France. Vuoi l’ultima biografia di Kate Moss? E’ su Amazon Uk. In Italia, (dove tra musica, servizi, elettronica, abbigliamento e libri il mercato è in continua espansione) che cosa succederà? Un piccolo editore come Giulio Perrone, basato a Roma, distribuzione nazionale, buoni successi, crescita costante degli ordini on line, è più che favorevole: «Si tratta di un’opportunità per rendere visibile il catalogo, per arrivare dove non ci sono librerie, per non essere travolti dalle novità in uscita. Forse le schede dovrebbero migliorare e dovrebbe essere possibile scaricare l’incipit o un capitolo». Benedetta Centovalli, che è stata editor alla Rizzoli , direttore editoriale nella piccola, sofisticata Alet e adesso da Cairo Publishing, non immagina catastrofi: «Una finestra in più può essere soltanto un fatto positivo». Depressi invece i librai indipendenti, come l’eroico Salvatore Spiteri di Modusvivendi di Palermo, vivaio di idee simpatiche, tipo Citofonare interno Modus (ti portano a casa l’autore): «Diciamocelo, è un mercato selvaggio, privo di regole, senza una legge che ci protegga (altre nazioni europee ce l’hanno). Amazon offrirà sconti impossibili: molti rischiano di chiudere. Già adesso, il romanzo di Umberto Eco appena uscito è al 30 per cento in meno su Ibs. Noi resistiamo, ma siamo in rosso da due anni...». E le catene? Romano Montroni, per 22 anni direttore delle librerie Feltrinelli, oggi passato a quelle Coop, non ha paura di Amazon, né degli e-book, il futuro che è diventato presente: «Un avvocato raccoglierà tutte le sentenze, un ingegnere le normative, ma finché saremo umani e non avatar, avremo bisogno di un supporto fisico. Malgrado il progresso, per mangiare ci vuole la forchetta e per andare in macchina servono le ruote. Una bella donna vuoi anche toccarla, no? Amazon vivrà parallelamente alle librerie, che con l’avanzata degli e-book saranno piattaforme di scarico. Il libraio ci guiderà nelle scelte. Nonostante il web stia conquistando spazio, il nostro bookshop di Carugate (Milano) all’interno di un centro commerciale, ha fatturato il doppio dell’anno scorso. Abbiamo messo a disposizione dei consumatori 30 mila titoli e 6 librai esperti. Funziona». Anche lui, però, manifesta preoccupazione sugli sconti. E Francesco Martelli, direttore di Messaggerie Promozione ammette che Amazon è un category killer: «Non ama la concorrenza, e punta a fare piazza pulita. Cercherà di acquisire libri e chiudere accordi. Può vendere tutto al 30-40 per cento in meno, anche sottocosto (e non sarebbe la prima volta). Ma bisogna stare attenti. Alla fine non c’è questo gran guadagno per chi compra. Paradossalmente, per sostenere i ribassi, l’editore può solo aumentare i prezzi e poi scontarli. Insomma, Amazon rischia di farci diventare tutti più bugiardi».