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 2010  novembre 22 Lunedì calendario

Ma quale Europa democratica È in mano a banche e massoni - Esce il 24 novembre «La dittatura euro­pea » (Rizzoli, pagg

Ma quale Europa democratica È in mano a banche e massoni - Esce il 24 novembre «La dittatura euro­pea » (Rizzoli, pagg. 250, euro 10,5) di Ida Magli. Un durissimo pamphlet contro l’Unione europea,di cui l’autri­ce è sempre stata una strenua opposi­trice. Magli mostra i limiti, le storture e gli errori d’impostazione dell’Euro­pa. E affronta un argomento scomodo: chi detiene davvero il potere nell’Ue? *** Il 2 maggio l998 alcune delle famiglie europee più importanti del mon­do politico e degli affari tenevano pronto lo champagne da stappa­re per lo storico momento in cui da Bruxelles i corrispondenti te­levisivi di tutti gli Stati d’Europa avrebbero annunciato la nasci­ta dell’Unione Monetaria Euro­pea. Ma soprattutto la nascita dell’unico vero sistema di gover­no e di potere su tutti i cittadini d’Europa: la Banca centrale eu­ropea ( Bce). In Italia si aspettava l’apparizione in tv di un soddi­sfattissimo Prodi che, con il cali­ce in mano, doveva festeggiare, insieme a Carlo Azeglio Ciampi, suo principale complice nella gi­gantesca svendita dei beni e del denaro degli italiani offerti in sa­crificio alla nuova divinità «Euro­pa », l’avvenuto tradimento. In un divertente, anche se amarissimo libro,intitolato L’in­sostenibile pesantezza dell’euro , Antonello Zunino, noto analista finanziario, prefigurava (siamo nel l999), raccontandolo come contenuto di un suo sogno, qua­li sar­ebbero state le strade segre­tissime che avrebbero preso i po­litici, ma soprattutto i banchieri e gli economisti che avevano vo­luto a tut­ti i costi creare la mone­ta unica europea, per sfuggire al­le ire e alle vendette dei popoli al momento del crac dell’euro. Il compito di accompagnarli fuori dalle loro nobili sedi in luogo si­curo, in grande segretezza, era stato affidato proprio a lui, Zuni­no, nella sua qualità di vecchio finanziere, buon conoscitore dei vizi piccoli e grandi degli abi­tanti del mondo più nefando di tutti,quello della creazione e del­l’accumulo dei soldi. Il sottotito­lo del libro spiega ancora me­glio, infatti, la gravità del mo­mento: «È iniziato il crepuscolo degli dei». Che si siano sempre conside­rati come dei, i signori delle ban­che, centrali e non, insieme ai lo­ro compagni d’affari, economi­sti e finanzieri, non c’e dubbio; ma che potessero cadere così in fretta dal loro empireo, erano sta­ti davvero in pochi a prevederlo. La fuga viene portata a termine come tutti desideravano, e i no­stri eroi ritornano sani e salvi al sicuro nelle proprie case. Chi erano? Zunino fa pochi nomi fra quelli italiani: Ciampi, Prodi, Monti, Visco, nomi talmente no­ti­e ovvi che il citarli non sembre­rebbe dover richiedere alcuna precauzione. Zunino, tuttavia, ha ritenuto che non fosse suffi­ciente, per tutelarsi da eventuali vendette, affidarsi a un romanzo di«fantaeconomia»,ma addirit­t­ura a un sogno all’interno del ro­manzo. Qualche buona ragione nel temere rappresaglie la si po­teva individuare nel fatto che, contrariamente alla giustizia so­gnata nel racconto, i traditori del­la patria erano (sono) diventati più potenti di prima, in base alla regola che più hanno tradito e più debbono essere ricompen­sati. Ciampi è stato infatti pre­miato dal Bilderberg e dalle altre potentissime società di cui è membro, con il massimo della carriera: è diventato presidente della Repubblica Italiana. Ma­rio Monti, invece, anch’egli membro dei due club mondiali­sti più potenti, il Bilderberg e la Commissione trilaterale, è stato premiato, in maniera forse me­no vistosa agli occhi del pubbli­co ma più significativa dal punto di vista del potere, in quanto è stato immesso nel Consiglio del­la Banca centrale europea [...]. Romano Prodi, complice di Ciampi nella svendita dei beni dello Stato e nella rincorsa all’eu­ro, alla cui inaugurazione aveva­no ambedue brindato «con le la­crime agli occhi », come ha detto Ciampi, è stato premiato con la nomina a presidente della Com­missione europea. Se non fosse per il fatto che non esiste ban­chiere al mondo capace di spre­mere una lacrima, potremmo quasi credergli. Nessuno più di lui, infatti, aveva speso le pro­prie energie per convincere gli italiani che «entrare in Europa» era il miglior destino che potes­sero mai attendersi. Abbando­nata la fiducia nello «Stellone d’Italia», i poveri italiani si sono affidati, con Prodi, a uno «Stello­ne » purtroppo mai sperimenta­to in precedenza, quello d’Euro­pa, che ancora non ha manife­stato neppure una briciola della carica magica attribuitagli. Pochi centri di potere, silenzio­si e invisibili, garantiscono dun­que la carriera dei personaggi di maggior rilievo. A dire il vero gli italiani non sono molto numero­si fra i membri delle organizza­zioni che governano il mondo al riparo dei rappresentanti politi­ci ufficiali; possiedono però, in confronto ad altri, una preziosa virtù agli occhi dei vari club mon­­dialisti: eredi di una lunghissi­ma storia di governanti traditori della patria, sono i più entusia­sti. Collaboratori del progetto di distruzione delle sovranità na­zionali per la costruzione del­l’Unione Europea e del Nuovo ordine mondiale. Francesco Cossiga, per esempio, diventato presidente della Repubblica per non essere riuscito a salvare, da ministro degli Interni, la vita del più importante uomo politico italiano, era figlio di varie genera­zioni di massoni e membro del­l’-Aspen Institute for Humanistic Studies, una delle tante istituzio­ni mondialiste che, più che dedi­carsi agli studi umanistici, ha il compito, sotto la guida del Royal Institute for International Af­fairs (Riia) e della Fabian So­ciety, di collegare in una rete di interessi reciproci, le classi diri­genti ( politici e industriali) di tut­ti gli Stati, in preparazione del fu­turo Ordine mondiale. Insieme a Cossiga partecipavano, e parte­cipano, alle sedute dell’Aspen Institute i personaggi più in­fluenti della società italiana, co­me Giuliano Amato, che è stato il presidente della Sezione italia­na fino al l995, seguito da Carlo Scognamiglio e da Romano Pro­di che, sempre nel l995, ne veni­va nominato vicepresidente vi­cario. Poi, Umberto e Gianni Agnelli, Giorgio La Malfa, Gior­gio Napolitano, Mario Draghi, Giulio Tremonti, Enrico Letta... Di Ciampi, che conosciamo già come devastatore delle finanze italiane tramite la massiccia sva­lutazione della lira e come liqui­datore, con l’aiuto delle potenti banche Goldman Sachs, Merrill Lynch e Solomon Brothers, del­le maggiori industrie dello Stato, è inutile forse sottolineare il fatto che appartiene a quasi tutte le or­ganizzazioni semisegrete che guidano il mondo. Oltre che del Bilderberg e dell’Aspen Institu­te, e membro della Banca dei Re­golamenti internazionali (Bis), autentico vertice del capitali­smo finanziario mondiale, di cui è stato anche vicepresiden­te. Giustamente, quindi, è stato premiato con la presidenza del­la Repubblica.