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 2010  novembre 22 Lunedì calendario

LA FINANZA È UN CASINO‘ E LA DEUTSCHE BANK SBARCA A LAS VEGAS


L’inaugurazione ufficiale del Cosmopolitan, il più costoso casinò nella storia di Las Vegas, si terrà a Capodanno con i soliti ingredienti: vip, fiumi di champagne, attricette scollate e le note del rapper Jay Z. Eppure non c’è nulla di "normale" in queste due torri di vetro e acciaio costruite accanto al celebre Bellagio e fornite di 3mila camere da letto, 83 tavoli da gioco e 1474 slot machines. Non solo il Cosmopolitan apre i battenti in uno dei momenti più neri di Las Vegas; non solo la sua formula del "lussosenzaformalismi" trova scettici gli esperti del gioco d’azzardo, ma il nuovo casinò ha un proprietario del tutto improbabile: la Deutsche Bank.
Che ci fa la grande banca teutonica nella capitale del vizio sotto il sole del Nevada? Semplice: l’istituto guidato da Josef Ackerman si è trovato impigliato in una operazione finita male, avendo prestato quasi un miliardo di dollari al costruttore Bruce Eichner, che nel 2008 è fallito. E la Deutsche Bank, non trovando nessuno cui rivendere il progetto, ha deciso di completare in proprio il casinò di Eichner e ora, dopo aver speso altri 3 miliardi di dollari (e aver già ammesso la perdita di un miliardo tondo), si accinge a gestire direttamente l’attività dei tavoli verdi. Il mondo della finanza globale è sempre stato accusato, specie dopo la tempesta del 200809, di comportarsi come un immenso casinò. E nel caso della Deutsche Bank dal mese prossimo non si tratterà più di una metafora. Ma al di là dei problemi di immagine e degli interrogativi etici, restano molti dubbi sulla capacità della banca di Francoforte di muoversi in un ambiente molto diverso dal suo, con forti infiltrazioni mafiose, e soprattutto di realizzare profitti senza una base di fedeli clienti. Secondo alcuni calcoli, se il Cosmopolitan guadagnasse quanto il Bellagio – e non sarà facile, specie all’inizio – ci vorranno 15 anni prima che l’investimento totale di 4miliardi di dollari venga ammortizzato.
La Deutsche Bank spiega di aver fatto le cose al meglio, servendosi di consulenti prestigiosi, assoldando i migliori architetti e affidando la nuova struttura a John Unwin, che era stato a lungo general manager al Caesar Palace. Rispetto al progetto originario, la banca di Ackerman ha però imposto un’altra "filosofia" nella speranza di attrarre una diversa leva di giocatori. Di che si tratta? Pur puntando sul lusso, come gli altri casinò più famosi, ha cercato di creare una atmosfera meno rigida e più rilassata. Ad esempio, negli spot pubblicitari predisposti per il lancio si vede un fattorino d’albergo senza pantaloni e sopra una scritta "La giusta dose di trasgressione".
L’arrivo della Deutsche Bank a Las Vegas spaventa Stephen Wynn, proprietario di molti casinò di serie A, come quello che porta il suo nome e lo stesso Bellagio. "Sarà un disastro per tutti", ripete il miliardario "vegan" e collezionista di opere d’arte. Wynn teme che all’aumento dell’offerta di camere da letto e tavoli verdi non corrisponda un adeguato incremento della domanda. Con il risultato di far diminuire i profitti per tutti i casinò.