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 2010  novembre 22 Lunedì calendario

LA TV E LE REGOLE DI CENERENTOLA. SE IL MINORENNE VINCE «X FACTOR»

In quanto a ipocrisia, la nostra televisione non la batte nessuno. Domani sera ci sarà la finale di «X Factor» e si giocheranno la vittoria in tre: Davide Mogavero, Nathalie Giannitrapani e Nevruz. Vinca il migliore, come si dice in questi casi. Ma se il migliore sarà Davide «faccia d’angelo» Mogavero, c’è il rischio che il ragazzo non riesca a salire sul palco a ritirare il premio. Normalmente, per questioni di audience, la trasmissione si trascina oltre la mezzanotte e siccome Davide ha solo 17 anni, per lui scatterà il blackout. Com’era già successo con Ruggero (17 anni), cui era stato impedito di esibirsi durante il ballottaggio perché l’orologio aveva già compiuto il suo ciclo.
Esiste infatti una normativa che vieta ai minorenni di apparire in video oltre la mezzanotte. Insomma, fino a qualche mese fa, nemmeno una come Ruby Rubacuori avrebbe potuto comportarsi in maniera diversa da Cenerentola.
Ora, noi abbiamo una tv in cui i bambini (non gli adolescenti) sono usati come attrazioni da baraccone. Abbiamo trasmissioni come «Io canto» o «Ti lascio una canzone» dove uno stormo di marmocchi imitano gli adulti nelle movenze sensuali, negli ammiccamenti, negli sguardi complici; marmocchi offerti come caricature di maggiorenni. È una tv che mette in scena la parodia del mondo dei grandi (il talent show, la giuria, l’ospite d’onore), che deforma le proporzioni, avvilisce lo spettacolo, offre emozioni adulte, ruffianerie in musica attraverso la maschera dell’infanzia.
Abbiamo trasmissioni come «Chi ha incastrato Peter Pan?» dove, nell’ultima puntata, Paolo Bonolis e Giorgio Panariello hanno ballato con un bambino, un certo Biagio, imitando Michael Jackson nella famosa interpretazione di «Thriller»: famosa perché Jacko, con una mano si lisciava le parti basse. Poco prima, nella consueta candid camera, Bonolis aveva sussurrato all’orecchio di Biagio: «Ogni tanto Michael Jackson lo lasciava il pisello». Una fantasmagoria di finezze.
Questi sono, per usare un’espressione cara a Francesco Facchinetti, gli esemplari «percorsi di vita» che la nostra tv offre ai ragazzi. Ma solo fino alla mezzanotte. Dopo no. Dopo è l’ora dell’ipocrisia.
Aldo Grasso