Fiorenza Sarzanini, Corriere della Sera 22/11/2010, 22 novembre 2010
APPALTI DI FINMECCANICA. LE VERITA’ DEL CONSULENTE —
Un nuovo lunghissimo memoriale e tre interrogatori per delineare il proprio ruolo in Finmeccanica, i rapporti con la società Selex, i contatti con l’Enav. Parla Lorenzo Cola, il consulente del presidente Pierfrancesco Guarguaglini finito in carcere per riciclaggio nel luglio scorso. Dopo la scelta del suo commercialista Marco Iannilli di collaborare con i magistrati, anche lui si mostra disponibile a rivelare i retroscena di numerosi affari che lo hanno visto protagonista. Incontri in carcere ai quali hanno finora assistito soltanto pubblici ministeri e i difensori. L’obiettivo appare limitare al massimo la circolazione delle notizie e ciò fa comprendere quanto venga ritenuta rilevante la sua decisione di rispondere alle domande. Già oggi potrebbe esserci un nuovo faccia a faccia con gli inquirenti.
Gli appalti frazionati
Iniziata per r i costruire i retroscena dell’affare Digint — l’azienda controllata da Finmeccanica che secondo l’accusa fu acquisita in parte dal gruppo criminale che faceva capo a Gennaro Mokbel per essere utilizza nella creazione di «fondi neri» — l’indagine guidata dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e dal sostituto Rodolfo Sabelli appare entrata in una fase decisiva. Perché Cola avrebbe cominciato a rivelare il sistema che consentiva l’assegnazione di appalti nel settore della Difesa e della sicurezza aerea, frazionando le «commesse» e generando una maggiorazione di costi, dunque un guadagno illecito per gli intermediari. L’indagato non lo ha ammesso, ma il sospetto degli inquirenti è che in realtà questi «passaggi» da una società all’altra servissero ad accantonare fondi da trasferire all’estero e tangenti per manager e politici. Un ruolo chiave in queste operazioni lo avrebbe avuto la «Selex Sistemi Integrati», controllata da Finmeccanica e amministrata da Marina Grossi, la moglie di Guarguaglini. Iannilli ha affermato durante uno dei suoi interrogatori che «Cola era uomo di fiducia del presidente Guarguaglini per gli affari di Finmeccanica negli Usa e che era stato affiancato, pure in mancanza di cariche formali, quale consigliere quasi "a tutela" all’ingegner Marina Grossi, nel suo incarico alla Selex». Una circostanza che Cola non avrebbe smentito pur negando di aver commesso illeciti, come sottolineano i suoi difensori Franco Coppi e Ottavio Marotta.
L’inchiesta di Report andata in onda ieri sera su Raitre mostra in maniera efficace come alcune società utilizzate alla fine degli anni 90 da Guarguaglini siano state in realtà «riciclate» recentemente da Cola proprio per gestire alcuni appalti milionari. Durante il programma di Milena Gabanelli è stato mostrato un rapporto della Guardia di Finanza del 1996 che evidenziava «il disegno criminoso rivolto a controllare tramite società lussemburghesi, le italiane Trs, Magint e Tesis Spa. Società alle quali Guarguaglini, ormai prossimo alla nomina quale numero uno dell’Alenia, avrebbe elargito compensi, distraendo di volta in volta parte delle disponibilità economiche dell’Alenia, senza in alcun modo figurare». All’epoca Guarguaglini era l’amministratore dell’industria bellica Oto Melara. Fu inquisito e poi prosciolto. Ma adesso ad incuriosire i magistrati è la scoperta che «nel consorzio di imprese Dit creato proprio da Cola per gestire contratti nel settore della Difesa figura proprio la Trs» e che «il consorzio ha ottenuto contratti per realizzare opere civili per conto di Enav». E anche di questo si chiederà conto a Cola.
La vendita di immobili
I vertici di Enav e Finmeccanica hanno già sottolineato la necessità di utilizzare «passaggi intermedi perché non si possono assegnare appalti in maniera diretta», ma sono in corso ulteriori controlli anche perché si è deciso di unire l’indagine sul colosso dei sistemi di Difesa con quella condotta dal pubblico ministero Paolo Ielo che si concentra invece sulla cessione di alcuni rami d’azienda e sui bilanci dell’Enav. A raccontare alcuni retroscena che riguardano proprio i vertici dell’Ente è stato Iannilli quando ha rivelato come Cola abbia «reimpiegato 250 mila euro della provvista Digint per il preliminare di compravendita di un immobile di proprietà di Ilario Floresta, consigliere di amministrazione di Enav». In realtà, secondo il commercialista «l’atto non ebbe alcun seguito e Floresta trattenne i soldi». Analoga operazione immobiliare sarebbe stata pianificata con Lorenzo Borgogni, capo delle relazioni esterne di Finmeccanica che avrebbe percepito 800 mila euro per vendere a Cola il suo casale in Toscana valutato tre milioni di euro. Nei giorni scorsi Borgogni è stato interrogato, ha detto che si trattava di un investimento comune per finanziare la sua produzione di vini e ha detto di aver restituito i soldi del preliminare dopo gli arresti avvenuti a febbraio scorso. Ma ciò non ha fugato il dubbio dell’accusa secondo cui tali operazioni servissero in realtà a «coprire» la redistribuzione di fondi.
Fiorenza Sarzanini