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 2010  novembre 21 Domenica calendario

LA MATONE LASCIA L’INCARICO. DISSENSI CON LA MINISTRA

Alle Pari opportunità Simonetta Matone era entrata con tutti gli onori, come Capo di gabinetto di Mara Carfagna. Un rapporto di stima reciproca che si è interrotto bruscamente due settimane fa, quando l’ ex presidente del Tribunale dei minorenni di Roma, curriculum prestigioso da paladina dei diritti dei bambini, ha lasciato il ministero. Dimissioni o siluramento? Dietro l’ addio ci sarebbe una clamorosa rottura con la Carfagna, consumatasi prima del caso politico che ha investito uno dei volti simbolo del Pdl. Nulla è trapelato fino a ieri dei dissapori tra ministro e magistrato, di cui si è scritto che era stata mandata alle Pari opportunità dai capi del Pdl per fare da «badante» alla giovane Mara. Niente porte sbattute, almeno non in pubblico: sul sito del ministero, alla voce «staff», la Matone risulta ancora capo di Gabinetto. Ruolo che invece, stando ai rumors di Palazzo Chigi, sarebbe già destinato a Francesca Quadri, ora capo del settore legislativo. All’ origine dei contrasti tra Carfagna e Matone sembra ci siano le apparizioni televisive dell’ ex pm. Troppe, secondo il ministro. In particolare quelle sul caso di Sarah Scazzi, la ragazza uccisa ad Avetrana. La Matone, per la sua grande esperienza e la passione con cui, da sempre, si batte contro abusi e violenze sui minori, è spesso ospite di programmi come «Porta a Porta». Dal salotto tv di Bruno Vespa parlò del ritrovamento del telefonino di Sarah come di un segnale: «È chiaro - disse ipotizzando il tragico epilogo - che a questo punto la ragazza è morta». Romana, 57 anni, dal 1987 al 1991 è stata capo della segreteria dell’ allora Guardasigilli, Giuliano Vassalli. Ha vinto molti premi, ha fondato l’ Associazione donne magistrato italiane (Admi) e alle ultime Politiche è stata sul punto di candidarsi con l’ Udc. È famosa, stimata e anche criticata: i blog di opposizione la dipingono come una «presenzialista governativa».
Monica Guerzoni