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 2010  novembre 20 Sabato calendario

2 articoli – RAGAZZE E SCUOLA, ADDIO ALLE PROFESSIONALI - Sono da sempre considerate scuole di serie B, un ripiego per chi non si può permettere il Liceo (con la elle maiuscola)

2 articoli – RAGAZZE E SCUOLA, ADDIO ALLE PROFESSIONALI - Sono da sempre considerate scuole di serie B, un ripiego per chi non si può permettere il Liceo (con la elle maiuscola). E sono da sempre viste come una «roba da maschi», fabbriche per sfornare uomini di fatica, con la tuta macchiata d’ olio, la chiave inglese in tasca e magari pure lo sguardo truce. Un errore e una tendenza che negli ultimi anni sta diventando più marcata, allontanando ancora di più il nostro Paese dal resto d’ Europa. Perché è anche agli istituti tecnici e professionali che deve guardare l’ Italia se vuole uscire dalla crisi. Solo quest’ anno le nostre aziende hanno cercato 235 mila diplomati tra tecnici e professionali. Ne hanno trovati poco più della metà (125 mila) perché quella è la quota massima sfornata dalle nostre scuole. Questo vuol dire che in tempo di cassa integrazione e precariato, più di 100 mila ragazzi avrebbero potuto trovare un lavoro. Anzi, l’ avrebbero trovato se avessero scelto un istituto tecnico o professionale al posto della trafila classica (liceo + università), a volte presa più per convenzione che per convinzione. I dati presentati a Modena da Confindustria più che riflettere fanno arrabbiare. Da noi gli istituti tecnici e professionali attirano meno studenti che nel resto d’ Europa: il 39,3 per cento considerando l’ intera torta delle superiori, contro il 50 per cento di Gran Bretagna, Finlandia e Spagna solo per fare qualche esempio. E considerando solo le quote rosa la tendenza diventa ancora più negativa. Solo il 23,6 per cento delle ragazze che si iscrive alle superiori sceglie un istituto tecnico, nel 2003 erano un po’ di più, il 26,7 per cento. E solo il 18,1% preferisce un istituto professionale, anche qui andava meglio prima con il 18,9% del 2003. A guadagnarci, in questi anni, sono stati i licei dove invece le quote rosa sono in leggero aumento. Ma dopo il diploma cosa succede? I giovani faticano a trovare un lavoro, le aziende faticano a trovare manodopera. E a complicare l’ incrocio di domanda e offerta è anche quello che Gianfelice Rocca - vicepresidente di Confindustria e responsabile del settore education - considera un «luogo comune e cioè che la cultura tecnica sia una cosa da maschi». Confindustria vuole invertire questa tendenza. E per farlo comincia dal cosiddetto Club dei 15, le province dove le imprese manifatturiere contano di più, da Bergamo a Pordenone, da Biella a Reggio Emilia, quella più a Sud è Ancona. Il club, guidato da Alberto Ribolla, ha stretto da tempo una collaborazione con gli istituti tecnici delle zone coinvolte. E d’ ora in avanti questa collaborazione punterà proprio al reclutamento in rosa. Oltre che alla diffusione delle migliori pratiche didattiche. Perché come ha ricordato la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, una «buona scuola e una buona università sono fondamentali per la crescita del Paese». E anche dei ragazzi che ieri protestavano davanti al cinema Raffaello di Modena, sede del convegno, aspettando il ministro Mariastella Gelmini che alla fine è rimasta a Roma. Lorenzo Salvia «FELICE DI AVER STUDIATO MECCANICA HO GIA’ AVUTO IL MIO PRIMO CONTRATTO» - Da bambina preferiva i soldatini alle bambole e ancora adesso se le dai del maschiaccio non si offende mica. A certe cose ha fatto il callo. Quando studiava da perito meccanico all’ Istituto Newton di Varese, Veronica Paltani era l’ unica ragazza in classe. Quattordici contro uno, «anche se i maschietti erano tutti molto simpatici». Adesso che ha 24 anni, però, ha un lavoro che le piace e con il suo stipendio si può permettere di convivere con il fidanzato. Mentre le amiche che le consigliavano di fare il liceo («È quello il posto per le ragazze») sono ancora sulle spalle dei genitori, con un futuro tutto da inventare. La voce squillante di Veronica è la prova che gli istituti tecnici non sono per forza un ripiego. Il suo è un caso da manuale. Veronica ha scelto questa strada grazie ai test attitudinali fatti all’ ultimo anno di scuola media, la Silvio Pellico di Varese. Non ha avuto dubbi «perché le materie tecniche mi sono sempre piaciute» e nemmeno i genitori, dipendenti di un supermercato, hanno provato a farle cambiare idea. Veronica è stata fortunata, il Newton di Varese è uno degli istituti migliori d’ Italia. Molta attività pratica, tanti laboratori: «Quello che più mi piaceva era proprio la possibilità di fare le cose invece che stare solo a sentire. Mettere le mani su una fresa, far girare il tornio...». Finita la scuola, in realtà, Veronica si è iscritta all’ università, scienze infermieristiche alla Statale di Milano. Ma è durata solo un anno e mezzo. «Troppa teoria, io avevo voglia di fare». Ha cominciato a mandare in giro il suo curriculum alle aziende della zona, che certo non è avara di offerte. E dopo appena due mesi l’ hanno chiamata dalla Sices, un’ azienda di Lonate Ceppino specializzata in impianti chimici e petrolchimici. Uno stage di tre mesi, un contratto di apprendistato di quattro anni, prima faceva i preventivi adesso si occupa direttamente della progettazione. «È quello che ho sempre voluto fare». Lei è contenta così. E nel tempo libero continua a giocare con i soldatini. L. Sal. LA SITUAZIONE TRA I BANCHI – Ecco l’andamento delle iscrizioni delle ragazze nelle scuole italiane. Le quote rosa nella scuola nelle superiori (anno scolastico 2008-2009). Tasso di femminilizzazione dell’indirizzo: Ex Ist./Scuole magistrali: 83,3% Istruzione artistica: 65,7% Licei: 56,8% Istituti professionali: 43,8% Istituti tecnici: 34,2% Il confronto con l’Europa. Tasso di femminilizzazione per indirizzo (a.s. 2008/2009): Licei (Italia, 62,2%, Danimarca, 57,7%, Finlandia, 57,1%, Spagna, 54,6%, Francia, 54,3%, Germania, 54,2%, Olanda, 52,2%, Regno Unito, 50,7%). Istituti Tecnici (Regno Unito, 50,9%, Finlandia, 49,8%, Spagna, 49,4%, Olanda, 47,9%, Danimarca, 43,7%, Francia, 43,3%, Germania 42%, Italia 39,3%). Le ragazze iscritte nei vari indirizzi: Licei: 39,6% Istituti tecnici: 23,6% Istituti professionali: 18,1% Ex Ist./scuole magistrali: 13,8% Istruzione artistica: 4,9% La scelta delle ragazze: Licei: anno 2003/04 (35,5%)-2004/05 (36,7%) -2005/06 (37,8%) -2006/07 (39%)-2007/08 (39,5%) -2008/09 (39,6%) Istituti tecnici: anno 2003/04 (26,7%)-2004/05 (25,6%) -2005/06 (24,8%) -2006/07 (24%)-2007/08 (23,7%) -2008/09 (23,6%) Istituti professionali: anno 2003/04 (18,9%)-2004/05 (18,7%) -2005/06 (18,4%) -2006/07 (18,1%)-2007/08 (18,1%) -2008/09 (18,1%)