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 2010  novembre 20 Sabato calendario

QUANDO L’EVASIONE FISCALE COMINCIA GIÀ ALL’ASILO NIDO

Un piatto forte per smascherare coloro che pensano di potersi fingere poveri per chiedere prestazioni agevolate con l’Isee. Per chi si presenta a chiedere "sconti", il controllo scatterà con il nuovo redditometro in fase di elaborazione da parte dell’agenzia delle Entrate. Con il rischio, perciò, di un pesante accertamento e, si spera, di un biasimo sociale crescente.

Ad annunciare questa possibilità, il direttore dell’agenzia delle Entrate, Attilio Befera in un convegno che si è svolto ieri a Pavia. E come esempio di smascheramento di situazioni dubbie, grazie alla collaborazione fra fisco e comuni, Befera ha raccontato di un club (un asilo) con iscritti molto particolari, visto che la loro età oscillava tra uno e tre anni. Si trattava di un «ente senza fine di lucro», anche se con quote di 700 euro mensili e un extra giornaliero di 6 euro per i pasti. La vicenda è finita con la chiusura di un asilo mascherato e un accertamento fiscale di circa 200mila euro. Redditometro e alleanza fisco-comuni, collaboratori per un welfare più giusto? Forse sì, soprattutto se le nuove strategie verranno applicate con determinazione e saggezza. • REDDITOMETRO PER CHI USA L’ISEE - I furbetti dell’asilo sotto osservazione. D’ora in poi bisognerà fare attenzione a presentare il modello Isee per chiedere di non pagare la retta per i figli (o qualsiasi altra agevolazione), perché il rischio non è più che la prestazione venga negata, ma che scatti un pesante accertamento, basato sul redditometro, che punirebbe in modo adeguato chi non solo evade le tasse, ma sottrae risorse destinate ai più bisognosi.

Ad annunciare l’applicazione dello strumento per chi chiede i benefici è stati ieri a Pavia il direttore dell’agenzia delle Entrate, Attilio Befera, durante un convegno organizzato dalla provincia e dall’università della città lombarda oltre che che dall’agenzia delle Entrate e dell’ordine dei dottori commercialisti di Pavia-Vigevano-Voghera.

Befera ha sottolineato, a margine del convegno, come il nuovo redditometro, una volta messo a punto, sarà la modalità di controllo più adatta per effettuare le verifiche su chi beneficia di agevolazioni utilizzando il modello Isee, come prevede il Dl 78 del 2010. E sul redditometro Befera ha spiegato: «Va visto in un’ottica di sistema. Con il tutoraggio per le imprese grandi, gli studi di settore con quelli minori e il redditometro per le persone fisiche. In questo modo si chiude un cerchio».

Sulla questione della collaborazione con i comuni, Befera ha annunciato anche una nuova convenzione con l’Anci, con la definizione dei servizi che l’agenzia può mettere a disposizione dei comuni. E ha sottolineato come agli enti sia stata offerta formazione e collaborazione, «ma occorre che gli enti più piccoli si consorzino. E magari un ruolo su questo fronte potrebbero giocarlo anche le province». Sul fronte di queste ultime ricorda come sia difficile fare i controlli in materia di Rc auto, visto che non esistono banche dati per effettuarli.

I risultati della lotta all’evasione in collaborazione con i comuni per il momento non sono eclatanti. Per ora, infatti, il bilancio è di circa 2 milioni di euro incassati, 20 accertati e 11mila segnalazioni. I dati, se non alti, sono però – ha ricordato il direttore delle Entrate – importanti, perché anche grazie a questa collaborazione e alla responsabilizzazione in tema di spesa che il federalismo porta con sé si può affermare anche un contrasto qualitativo dell’evasione fiscale, in cui quest’ultima, ha spiegato Befera, venga avvertita dai cittadini, come un disvalore, come del resto sempre più accade.

La partecipazione dei comuni all’accertamento, non è una norma nuova nel nostro ordinamento, come ha ricordato Vittorio Emanuele Falsitta, che da deputato fu relatore della riforma fiscale del 2003. La novità adesso è la volontà politica di portarla avanti. E il senatore della Lega Nord, Roberto Mura, ha illustrato il decreto legislativo sul federalismo fiscale comunale (atto del governo 292) del quale dall’altro ieri sera la commissione Finanze del Senato ha incominciato l’esame. I contenuti degli otto articoli del decreto sono stati ampiamente illustrati da Mura, che ha ricordato come proprio il primo articolo di questo provvedimento illustra i dati dell’anagrafe tributaria che devono essere accessibili agli enti locali. Si tratta della norma che prevede – tra l’altro - la cedolare secca sugli affitti e l’imposta municipale propria che dal 2014 dovrà riguardare tutti gli enti locali e al quale se ne potrà successivamente affiancare una facoltativa. A illustrare i risultati della collaborazione tra comuni ed Entrate in Lombardia è intervenuto il direttore regionale, Carlo Palumbo. Nella regione sono pervenute finora 750 segnalazioni qualificate, che nel 92% dei casi hanno portato all’acquiscenza dei contribuenti, con una maggiore imposta media riscossa di 9.500 euro.

Dagli interventi al convegno è emerso come il federalismo può essere una soluzione alla situazione che si è creata con la riforma degli anni ’70 dove la gestione dei tributi era accentrata allo stato e la spesa cominciava a essere trasferita in sede locale, con quella che – come ha ricordato Befera – il ministro Giulio Tremonti, chiama «la democrazia del deficit».