Moustique, ItaliaOggi 22/11/2010, 22 novembre 2010
ESAME FORENSE PIU’ SELETTIVO. ANZI NO
È indubbio che il protagonista assoluto del prossimo congresso forense di Genova (25-27 novembre) sarà il ministro della giustizia Angelino Alfano. Dopo aver mancato quello dei dottori commercialisti di Napoli (dove non è andato per timore di qualche fischio per via della questione dei decreti di riconoscimento delle associazioni di tributaristi), al Guardasigilli lo attende un vero bagno di folla. Salvo un repentino peggioramento dello stato di salute della maggioranza, infatti, domani sarà approvata dal senato in prima lettura la riforma forense. Proprio quel disegno di legge sponsorizzato in ogni dove da due anni a questa parte dal ministro della giustizia per «garantire un accesso alla professione più selettivo». Del resto, è storia arcinota che solo Roma ha più avvocati di tutta la Francia. Dunque, finalmente, all’orizzonte si profila un cambio di rotta. Ma qualcuno ha detto ad Alfano che l’esame per diventare avvocati è rimasto tale e quale? Sì, inizialmente c’è stato il tentativo di inserire nell’ordinamento la preselezione... Ma poi è stata cancellata. A chiedere la rimozione dal progetto di riforma delle «misure limitative per l’accesso all’albo» era stato il presidente del senato Renato Schifani alla VI conferenza dell’Oua un anno fa. Più che limitare l’accesso, la riforma forense garantirà poco a tutti grazie al ritorno dei minimi tariffari inderogabili. L’abolizione della libera contrattazione delle parcelle (inserita quattro anni fa dall’ex ministro Bersani) sarà la vera riforma forense. Anche perché tutti gli altri ordini potranno rivendicarla per loro. Certo, ci sarebbe quella piccola vicenda della conciliazione (sempre sponsorizzata da Alfano per smaltire i processi pendenti) che gli avvocati hanno bocciato e fatto sapere di voler impugnare davanti al Tar. Ma questa è un’altra storia.