Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  novembre 22 Lunedì calendario

Nel leggere la lettera di Bersani a l’Unità ho scoperto con una certa sorpresa il ruolo decisivo che ha avuto il Partito Democratico nella crisi di questo governo: «…Non dobbiamo dimenticare che il PD ha capito per primo che cosa stava accadendo nel paese, ha visto per primo la possibilità di lavorare per far maturare una crisi del centrodestra, ha indicato da molto tempo una strategia capace di provocare il cambiamento ed è riuscito a imporre i temi da mettere al centro dell’agenda politica per il bene dell’Italia

Nel leggere la lettera di Bersani a l’Unità ho scoperto con una certa sorpresa il ruolo decisivo che ha avuto il Partito Democratico nella crisi di questo governo: «…Non dobbiamo dimenticare che il PD ha capito per primo che cosa stava accadendo nel paese, ha visto per primo la possibilità di lavorare per far maturare una crisi del centrodestra, ha indicato da molto tempo una strategia capace di provocare il cambiamento ed è riuscito a imporre i temi da mettere al centro dell’agenda politica per il bene dell’Italia. Senza tacere le difficoltà e, se si vuole, anche le debolezze che pure ci sono state, il PD può rivendicare che ciò che sta accadendo è per non poca parte frutto della propria iniziativa». Sono piacevolmente sorpreso. Perché avevo capito tutt’altro: che la crisi era tutta interna e provocata da Fini, che poi gli scandali privati del premier stavano dando il colpo decisivo alla disgregazione della maggioranza. E addirittura, mi era sembrato che il Pd non si fosse mostrato pronto né a proporre una sola legge elettorale alternativa (ma molte), né a proporre un candidato premier alternativo (ma primarie intimidite), e che mostrasse poca capacità di comprendere l’elettorato (vedi Milano). Ma sono più contento così: la vittoria morale è tutta del PD. Per quanto riguarda la vittoria materiale, farei notare che il governo Berlusconi non è ancora finito, la legge elettorale non è stata ancora cambiata e – questione fondamentale – Berlusconi non ha ancora perso le prossime elezioni.