Corriere della Sera 22/11/2010, 22 novembre 2010
LETTERE
Vivo a Napoli. Ogni mattina mi sveglio e do un’occhiata al cumulo di immondizia che sale verso la mia finestra. Con beffarda tempistica ho ricevuto l’avviso per il pagamento della Tarsu, qui fra le più alte d’Italia. Il Servizio sanitario non garantisce i servizi e costringe a rivolgersi al privato, pagando. Mio figlio va all’asilo privato, essendo insufficienti quelli pubblici. I negozianti del centro pagano per licenze, insegne e altro, ma sono soffocati da cartoni su cui gli ambulanti vendono merce contraffatta, senza che nessuno dica loro nulla, tanto che strade un tempo eleganti sono ormai ridotte a un suk. Parcheggiando, è bene pagare sia il grattino che l’abusivo che impunemente estorce denaro. I motorini sfrecciano sui marciapiedi, le auto invadono qualsiasi passaggio e i vigili si fanno gli affari loro. I mezzi pubblici sono fra i più lenti d’Italia. È evidente che a Napoli le tasse non servono a finanziare servizi, ma un apparato burocratico che i politici hanno reso pletorico e clientelare. Perché dunque un cittadino, in questa disgraziata città, dovrebbe continuare a pagare le tasse?
Marco Palmieri
mcpalm73@yahoo.it