ALBERTO D´ARGENIO, la Repubblica 20/11/2010, 20 novembre 2010
RIFIUTI, LA CARFAGNA CONTRO IL PDL MINACCIA LE DIMISSIONI DA MINISTRO - ROMA
La notizia si abbatte sul Popolo delle libertà alle cinque del pomeriggio: Mara Carfagna è sul punto di dimettersi dal governo e dal partito. Il ministro delle Pari opportunità non ce la fa più a sopportare attacchi personali e ostruzionismo sulla gestione del partito in Campania e sull´intramontabile caos rifiuti. Si considera accerchiata dai fedelissimi di Nicola Cosentino e non si sente protetta dai coordinatori nazionali Verdini e La Russa. Così fa sapere che potrebbe lasciare dopo la fiducia del 14 dicembre, giro di boa fondamentale per il governo. Scoppiata la bomba che rischia di mettere ancora più in difficoltà un partito alle prese con la crisi di maggioranza interviene lo stesso Berlusconi, che nella Carfagna ha sempre visto un volto simbolo del Pdl. Appena atterrato a Lisbona per il vertice Nato la chiama e cerca di rassicurarla. Parlano a lungo (tanto che il premier "buca" l´inizio del summit) ma la minaccia di dimissioni resta sul tavolo in parte addolcita dalla promessa che se uscirà di scena non passerà ad altri partiti.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la guerra al suo impegno nella gestione della nuova emergenza immondizia in Campania. Il ministro di Salerno contro la cordata che fa capo al coordinatore campano del Pdl Cosentino, indagato per Camorra, coinvolto nel dossieraggio ai danni del governatore Caldoro (che la Carfagna ha difeso) e per queste ragioni costretto a dimettersi da sottosegretario. E ancora la sensazione che la saldatura tra Cosentino, La Russa e Verdini l´abbia ormai accerchiata. A rendere l´aria irrespirabile non solo i termovalizzatori, ma anche i ripetuti attacchi personali firmati da fedelissimi e amici di Cosentino. Come quello del presidente della provincia di Salerno Edmondo Cirielli che in una lettera al partito accusava la Carfagna di boicottare il candidato sindaco dopo avere stretto un patto con il falco del Fli Italo Bocchino. Seguiti dalle bordate di Giancarlo Lehner («è un problema per il Pdl campano») e della Mussolini che la fotografa mentre parla in aula con Bocchino e le dice di vergognarsi. Lo stesso Bocchino interpellato dai cronisti dice che quello delle possibili dimissioni del ministro «è un argomento che non ci riguarda, è una questione del Pdl».
Anche nel giorno dell´annuncio shock il partito si infiamma ignorando gli appelli a restare calmi. «È un momento troppo delicato per scatenare polemiche personali, dobbiamo restare compatti», dice Daniela Santanchè. Aggiunge il capogruppo alla Camera Cicchitto: «Dobbiamo stare attenti a non cadere in diversivi e in trappole». Parole al vento visto che la banda campana non si ferma. La Mussolini le dice «poverina, non vorrei fosse una caso psichiatrico ma se vuole dimettersi si dimetta. E poi c´è l´amicizia con Bocchino con un conseguente atteggiamento ambiguo sul territorio», aggiunge arrivando a ipotizzare «doppi giochi». Per Mario Pepe, altro deputato vicino a Cosentino, avrebbe dovuto troncare «il rapporto intimo e di amicizia con Bocchino che indigna tutti i deputati». E poi Giancarlo Lehner, per il quale la Carfagna soffre di «solipsismo politico» che le procura atteggiamenti «illiberali» ai quali dovrebbe rinunciare diradando «nebbie e sospetti sui rapporti con i finiani». La Carfagna viene difesa in massa dai ministri di Liberamente, la corrente moderata del Pdl di cui fa parte. Stefania Prestigiacomo dice «basta al fuoco amico». Michela Brambilla la descrive come un ministro «molto apprezzato», Maria Stella Gelmini enfatizza la sua «fedeltà» a Berlusconi e Franco Frattini parla di «attacchi strumentali». Solidarietà anche dai coordinatori nazionali Verdini e La Russa che però sembrano proprio masticare amaro.