ANTONELLA AMAPANE, La Stampa 20/11/2010, pagina 25, 20 novembre 2010
Il lusso low cost, bello e possibile - Il fenomeno dilagante del lusso low cost non si accontenta più di rivolgersi solo ai giovani, adesso mira a conquistare clienti di tutte le età
Il lusso low cost, bello e possibile - Il fenomeno dilagante del lusso low cost non si accontenta più di rivolgersi solo ai giovani, adesso mira a conquistare clienti di tutte le età. Come dimostra la pubblicità voluta da Lanvin per H&M che ritrae tre generazioni di donne con lo stesso abito giallo profilato di volant. «Perché le mamme vogliono vestirsi come le figlie e queste, a loro volta, pescano nell’armadio delle nonne. Oggi vince un mix di stili che va oltre i trend di stagione. Insomma, in tempi di crisi compri uno e vesti tre. Quel che conta è il buon gusto», spiega Alber Elbaz (direttore artistico di Lanvin) che l’altra sera a New York ha presentato in anteprima la sua linea «capsule» per il colosso svedese H&M (2000 store, un giro d’affari di 1.262 milioni di euro), in vendita dal 23 novembre in 200 negozi della catena (in Italia a Milano, Roma, Padova, Bologna, Firenze, Palermo e Bari). C’è voglia di moda griffata, ma a prezzi popolari. È questo il filone vincente. L’ha cavalcato Kate Moss per Top Shop con 14 collezioni in quattro anni. H&M ha esordito nel 2004 con Lagerfeld - a cui si sono aggiunti Viktor&Rolf, Comme des Garçons, Cavalli e molti altri. Poi per Gap è arrivata Stella McCartney con i capi baby, quindi Valentino (creata da Chiuri e Piccioli) che ieri ha debuttato nel nuovo magazzino milanese del marchio yankee. E dal prossimo anno Ennio Capasa di Costume National sbarca da OVS. Queste operazioni pagano in molti sensi: oltre al ritorno d’immagine, attirano una clientela trasversale che fino a ieri mai si sarebbe sognata di acquistare abbigliamento nelle catene di distribuzione economiche. La linea a tiratura limitata Lanvin per H&M - a giudicare dai 175 milioni di contatti registrati dall’inizio del mese a oggi sul sito, dove sono apparsi gli abiti - verrà spolverata nel giro di una mattinata. Le file di fronte alle vetrine cominceranno dall’alba, così come è successo con le scarpe di Jimmy Choo lo scorso autunno. Ma stavolta i responsabili prevedono un assalto in massa. Le clienti si strapperanno di mano magliette decorate da fiocchi e faccette (sui 30 euro), abiti da sera di tulle (60), cappotti (da 100 a 300). Come è avvenuto qui a New York durante la vendita pro Unicef nel temporary shop allestito all’ Hotel Pierre dopo la sfilata, dove hanno avuto accesso 400 persone assatanate (arginate con grande difficoltà dal servizio d’ordine) che in un’ora di delirio fashionista hanno comprato tutto. Le stesse invitate al defilé glamour, fra cui spiccavano ospiti del calibro di Sofia Coppola e Andie MacDowell. Atmosfera alla Grande Gatsby fra stucchi, archi di rose, fregi dorati e musiche jazz suonate dal vivo. Per it girls in minigonne stratosferiche; boys in farfallini e occhiali, cloni di Alber Elbaz; signore della NY upper class. In passerella modelle particolari, come la stylist italiana Anna Dello Russo - protagonista di un cliccatissimo blog modaiolo - accompagnata dal barboncino king size. Quaranta uscite con modelli che accostavano capi maschili e femminili - con il tipico gusto parigino venato d’ironia e gioia di vivere che caratterizza Lanvin- hanno scatenato standing ovation. Gongola divertito il pacioccone Elbaz, beniamino dello chic democratico, contento di aver centrato l’obiettivo. D’altronde confondersi con le commesse per captare i desideri delle donne, e spiarle quando comprano, è sempre stato il suo sport preferito. E il risultato adesso è ben visibile su ampia scala.