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 2010  novembre 20 Sabato calendario

LA LUNGA GUERRA DELLA MINISTRA COI CASALESI DEL PARTITO


Mara Carfagna, la «salernitana». Sempre bistrattata dai Casalesi del partito. Da quell’ex sottosegretario e oggi solo coordinatore regionale del Pdl, Nicola Cosentino, e poi dal presidente della Provincia, Luigi Cesaro. Finanche oltraggiata, per via della sua amicizia con il «traditore» Italo Bocchino di Fli, da Alessandra Mussolini.
Che la pentola a pressione stesse per esplodere lo si era capito in questi ultimi giorni. Lei, Mara Carfagna, sollecitata più volte a scendere in campo per la candidatura a sindaco di Napoli, aveva replicato giusto due giorni fa, in visita in città: «Sgombro il campo da una possibile mia candidatura perché non dipende da me. Di certo la mia disponibilità dipende dagli attuali assetti del partito che non mi piacciono. Per correre e vincere alle comunali serve una forza coesa e compatta e ora non c’è. Mi chiedete un candidato a sindaco degno. Io non posso non dirvi che sono a vostra disposizione, ma non sono nelle condizioni di rompere gli indugi ora. Sono un soldato del Pdl».
Una provocazione, evidentemente, per i Casalesi del partito, a maggior ragione dopo l’uscita di scena di Italo Bocchino.
La Giovanna d’Arco del Pdl non è venuta meno a questa sua Crociata neppure l’altro giorno, in Consiglio dei ministri. Adesso Silvio Berlusconi dice «ghe pensi mi» ma forse è troppo tardi visto che soltanto giovedì non ha ascoltato i suoi suggerimenti. Lei che è salernitana, ha preso la parola per perorare la causa di affidare la gestione della costruzione degli inceneritori di Salerno e Napoli Est a un commissario. «Se noi la diamo vinta al Presidente della Provincia (Edmondo Cirielli, Pdl, ndr) il termovalorizzatore a Salerno non si farà mai perché il sindaco Vincenzo De Luca cambierà il piano regolatore...».
Prende la parola il ministro Ignazio La Russa, per difendere Cirielli (ex An). La ministra replica colpo su colpo: «Ignazio, non derubricare la vicenda a una questione di partito». Cirielli è molto discusso a Salerno, perché in ottimi rapporti con un imprenditore in odore di camorra Giovanni Citarella. Per non parlare poi del presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro, anche lui discusso (secondo indiscrezioni, sarebbe indagato dalla Procura di Napoli per i suoi rapporti con la camorra). Silvio Berlusconi sembra convinto e propone di affidare gli inceneritori al governatore Stefano Caldoro. Pausa. Nicola Cosentino e Mario Landolfi (ex An) tempestano il presidente del Consiglio: «Gli inceneritori devono farli Cesaro e Cirielli». Tentenna il premier. Mara Carfagna rilancia: «Attenzione alle infiltrazioni della camorra...». Nulla da fare, si impone l’asse dei Casalesi del partito che gettano sul piatto la minaccia di non votare la Finanziaria e poi la fiducia. Chi conosce Mara Carfagna, assicura che la ministra soffrirà fino al 14 dicembre: «Rimarrà al fianco di Berlusconi nel momento cruciale. Voterà la fiducia e poi potrebbe lasciare. Sì, dimettendosi anche da parlamentare». No, nessun passaggio al partito di Fini, all’orizzonte.