Massimo Gaggi, Corriere della Sera 19/11/2010, 19 novembre 2010
USA, IERI BIBLIOTECHE OGGI CENTRI SOCIALI
Da motore della democrazia e irrigatore di cultura, la biblioteca pubblica americana si sta pian piano trasformando in una specie di community center: spesso ufficio di collocamento, luogo dove imparare a usare le tecnologie digitali, ma anche surrogato dell’ufficio per chi cerca di reinventarsi libero professionista e perfino doposcuola per i ragazzi coi genitori al lavoro.
Come nel resto dell’Occidente dalle finanze pubbliche dissestate, anche negli Usa la public library è in crisi: prima di tagliare poliziotti, pompieri e maestri, le municipalità fanno cadere la scure sui bibliotecari. Tanto più che, tra diffusione degli e-book e Google che ha già digitalizzato e messo online dieci milioni di volumi, spesso non serve più consultare il testo cartaceo: basta andare su Internet. E infatti il numero dei libri presi in prestito cala ovunque (meno 6%, in media). Nella sola Public Library di New York nel 2009 sono stati ritirati un milione di volumi in meno. Eppure le 123 mila biblioteche degli Stati Uniti sono più affollate che mai. La spiegazione sta proprio nella loro rapida trasformazione in centri sociali che, oltre a dispensare cultura, offrono vari servizi, a partire dall’assistenza a chi cerca lavoro. Le domande d’impiego, ormai, si fanno quasi sempre online, ma più di un terzo della popolazione non ha un computer o non ha, comunque, accesso a Internet. Per risparmiare, molti hanno perfino disdetto l’abbonamento alla tv via cavo.
Nella biblioteca queste persone trovano un posto caldo, sempre aperto, con schermi ad alta definizione e i desktop che garantiscono l’accesso gratuito alla rete. I bibliotecari, poi, hanno imparato ad aiutare queste persone a preparare un curriculum o una domanda d’assunzione. L’anno scorso le library hanno gestito 30 milioni di richieste di lavoro (un milione e 700 mila sono andate a buon fine) e hanno ospitato corsi di aggiornamento professionale per quasi 7 milioni di americani.
Un cambiamento in parte spontaneo (coi bibliotecari alla ricerca di un nuovo ruolo prima di finire anche loro nella lista dei disoccupati), in parte promosso dal governo che non ha molti strumenti per attutire la crisi. Le storie sono innumerevoli, dalla Corona Library di Queens, un quartiere di New York, dove gli anziani studiano su Internet caratteristiche e rimedi delle loro patologie, alla biblioteca di South Chicago attrezzata con 104 computer, varie playstation e strumenti musicali elettronici, coi ragazzi che creano brani musicali come in uno studio di registrazione. Il centro più sofisticato? A Livermore, in California: tra gli scaffali è sorto un job center, battezzato «Free2Succeed», con tanto di consulenti del lavoro ed esperti in gestione delle risorse umane che fanno volontariato. I più audaci? A Rangeview, Colorado, dove c’è anche la scuola di giardinaggio e il laboratorio musicale che produce opere rock su Harry Potter.
Massimo Gaggi