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 2010  novembre 19 Venerdì calendario

Orchestre, la carica dei giovani direttori - Comunque vada a finire la storia del ventinovenne Gustavo Dudamel alla Scala, se ne diventerà il direttore musicale o se gli verrà preferito qualcuno con maggiore esperienza di teatro d’opera, una cosa è indubbia

Orchestre, la carica dei giovani direttori - Comunque vada a finire la storia del ventinovenne Gustavo Dudamel alla Scala, se ne diventerà il direttore musicale o se gli verrà preferito qualcuno con maggiore esperienza di teatro d’opera, una cosa è indubbia. Stiamo assistendo a un cambio generazionale nel mondo dei direttori d’orchestra, non solo in quanto tale, ma soprattutto negli incarichi ufficiali, nei posti di comando. Il fatto è in parte legato agli impegni e all’irragiungibilità, anche economica, dei grandi, ma anche a limiti d’età, problemi di salute, sovraccarichi di lavoro. Basti pensare che l’ottantacinquenne Pierre Boulez, accorso a Chicago per sostituire l’affaticato Riccardo Muti nell’ultimo dei concerti previsti, ha lì avuto problemi a un occhio, cancellando suoi impegni immediati. Claudio Abbado ha radicalmente diminuito l’attività dopo la malattia, e lo stesso Muti, solo stanco, darà un po’ più di respiro all’agenda: priorità alla Chicago Symphony, di cui è appena divenuto direttore musicale, e meno ad altri progetti fissi, come quello sfumato con l’Opera di Roma. Il vento delle nuove leve spira tanto sull’America quanto sull’Europa, con scelte che vanno a rimpiazzare anche esperienze poco felici. E’ il caso della Philadelphia Orchestra che non ha rinnovato il contratto a Christoph Eschenbach e ha scelto il canadese Yannick Nézet-Séguin, a 35 anni una delle bacchette più richieste del momento. Dudamel si è anche installato alla Los Angeles Philharmonic, dopo diciotto magnifici anni retti da Esa Pekka-Salonen, che ora ha preso la Philharmonia di Londra e si riascolta spesso in Europa. Tuttavia cause indipendenti dalla sua volontà l’hanno costretto ad annullare l’inaugurazione dei Wiener Philharmoniker a ottobre e la tournée con i viennesi in Giappone. Il caso vuole che egli fosse già stato chiamato a sostituire Seiji Ozawa, il cui rientro continua a slittare: così la tournée è stata divisa tra Franz Welser-Möst, direttore alla Staatsoper viennese, l’eterno giovanotto Georges Prêtre, 86 anni, e soprattutto Andris Nelsons, trentaduenne lettone cha ha diretto con gran maestria quest’estate il Lohengrin di Wagner a Bayreuth, è stabilmente alla City of Birmingham Orchestra ridivenuta famosa con Simon Rattle, ha già diretto i Berliner e ha debuttato con i Wiener a Roma per il tradizionale concerto in San Paolo fuori le Mura. Debutterà solo dopo a Santa Cecilia, dove ora è apparso un talento ampiamente riconosciuto in Europa, Kirill Petrenko. Trentottenne siberiano di formazione completamente austriaca, ha appena ottenuto la nomina a Generalmusikdirektor alla Bayerische Staatsoper di Monaco, quale successore di Kent Nagano che lascerà per divergenze col nuovo sovrintendente Bachler e col ministro bavarese della cultura. Petrenko, che dopo la medesima esperienza alla Komische Oper di Berlino non voleva più impelagarsi in una direzione musicale, sarà dal 2013 il re musicale della Baviera, sempreché confermi di salire sul podio a Bayreuth per il nuovo e atteso Ring, quello del bicentenario wagneriano. Nel tourbillion si è avvantaggiato pure il colombiano Andrés Orozco-Estrada, trentatreenne direttore del Tonkünstler-Orchester Niederösterreich, la quarta orchestra di Vienna, catapultato a dirigere l’inaugurazione della prima, i Wiener Philharmoniker, ma solo perché di formazione viennese. In Francia Philippe Jordan, 34 anni, figlio d’arte, è già a capo dell’Opéra di Parigi, a Berlino è appena stato nominato il trentatreenne Tugan Sokhiev quale successore di Ingo Metzmacher che lascia, per polemica sui finanziamenti, il Deutsches Symphonie-Orchester, mentre al Palau de les Arts di Valencia a Lorin Maazel succederà Omer Meir Wellber, ventinovenne talentuoso protegé di Barenboim. E se consideriamo che la salute di Mariss Jansons è altalenante, potrebbero diventare presto libere sia il Concertgebouw di Amsterdam che il Bayerischer Rundfunk a Monaco.