RAFFAELLO MASCI, La Stampa 19/11/2010, pagina 25, 19 novembre 2010
Sfruttati o viziati la solitudine dei bimbi in Italia (+box) - Solitudine, povertà, esposizione all’inquinamento, carenza di servizi e di verde
Sfruttati o viziati la solitudine dei bimbi in Italia (+box) - Solitudine, povertà, esposizione all’inquinamento, carenza di servizi e di verde. E ancora: lavoro nero, sfruttamento, abbandono: ecco di cosa consta la vita di molti bambini e ragazzi nel nostro Paese. Sabato prossimo, 20 novembre, si celebra la giornata internazionale per l’infanzia e molte organizzazioni che si occupano di minori presentano ricerche e bilanci dei loro lavori. Ieri hanno parlato sia Save the Children, che ha dedicato all’infanzia in Italia un Atlante in 70 mappe che indagano sui temi più disparati (da quali siano i nomi più diffusi a come siano distribuiti i gli asili nido), sia Telefono Azzurro, che ha riportato i disagi dei bambini che ai suoi operatori si rivolgono. Intanto sappiamo da Save the Children che i minori in Italia sono 10 milioni, cioè pochi, meno di quanti siano gli ultrasessantacinquenni. Di questi, il 17% - cioè un milione e 700 mila - vive in condizioni di povertà, e l’8% (650 mila) in povertà estrema: ai primi manca il companatico, ai secondi il pane. Il 65% di chi si trova in queste condizioni, risiede al Sud, il resto nelle periferie delle grandi città del centro-nord. Lavorano 400 mila minori. Questo non vuol dire - documenta Save the children - necessariamente sfruttamento, perché il 19% di questo fenomeno è a Nord-Est, il 14% a NordOvest, quasi il 10% al centro e solo un 13% al Sud. Ma mentre per il centro-nord questo lavoro corrisponde a forme di collaborazione in aziende familiari o a stage o lavori stagionali, nel Sud è fatto soprattutto di indigenza familiare che richiede braccia e portatori di reddito il prima possibile. Di lavoro nero o comunque fortemente irregolare, invece, si parla per i 30 mila bambini stranieri (cinesi, albanesi e nordafricani soprattutto): chi li controlla, chi li protegge e - soprattutto - chi si indigna per loro? Nessuno (o pochi) dato che - come ha denunciato ieri l’Unicef - «aumentano nei confronti dei minori episodi di razzismo» e di bullismo motivato da discriminazione etnica. In questo quadro, poi, c’è un insieme di ragazzi e bambini «invisibili», stimato in circa 4500 unità: si tratta - nel migliore dei casi - di irregolari ch sfuggono alle classificazioni delle anagrafi. Ma molti - dice l’Atlante - sono ragazzi scappati dai centri di accoglienza e finiti in chissà quale girone di prostituzione, accattonaggio, spaccio e simili. Ma anche i bambini «ricchi», cioè quelli italiani-bianchi-assistiti, costituiscono una fascia emarginata della società: la mappa degli asili nido vede solo Val d’Aosta, Trentino, Emilia, Umbria e Toscana su livelli accettabili di offerta. Mentre Calabria, Campania e Molise quasi ignorano questo servizio. Il verde pubblico, fondamentale per la salute, è carente in molte città italiane: Taranto, Savona, Lecco, Ascoli le peggiori. I servizi all’infanzia - denuncia il rapporto - sono distribuiti a macchia di leopardo sul territorio e quasi assenti al Sud. In tutto questo non meraviglia l’aumento del disagio esistenziale da parte dei piccoli italiani. Tant’è che Telefono Azzurro ha denunciato «la crescita esponenziale del bisogno di parlare con qualcuno» che viene segnalato dal 38% dei minori entrati in contatto con le linee telefoniche dell’Associazione negli ultimi 5 anni. Nel 2005 la percentuale si assestava al 5,3%. In aumento la solitudine, più che raddoppiata tra i piccoli: se nel 2005 si era al 3,3%, a cinque anni di distanza si giunge all’8,5%. Con un pericolo inedito che si affaccia all’orizzonte: i social network e la sovresposizione e alla comunicazione solo virtuale. Molti bambini hanno per amico solo un pc accendeno il quale si possono esporre - però - a molti nemici. *** Napoli È la città in cui sono presenti più bambini in assoluto, quasi il 22% della popolazione. Unica eccezione positiva fra le province del Nord è Bolzano con il 20% di under 18 sul totale dei suoi abitanti. Al Nord il primato in negativo con Ferrara, che ha la quota percentuale più bassa di bambini (12,6%). Prato Sono 932.000 i minori stranieri in Italia: 6 su 10 sono di seconda generazione, i cosiddetti G2, cioè nati in Italia. Prima in classifica Prato, patria dell’immigrazione cinese (foto) impiegata nel tessile, con il 19,7% di minori di seconda generazione sul totale della popolazione straniera Roma Detiene il triste record di città che più di tutte in Italia ha visto diminuire il verde pubblico per i bambini in favore del cemento. Tra il 1998 e il 2006, l’incremento medio annuo è stato di 336 ettari, per un totale di 23 chilometri quadrati. Capitale bocciata anche per la qualità dell’aria insieme con Torino.