Carlo Mercuri, il Messaggero 18/2010, 19 novembre 2010
INCIDENTI STRADALI. CALO RECORD, MENO MORTI E FERITI NEL 2009
Diminuiscono gli incidenti, diminuiscono i morti, diminuiscono i feriti. A leggere il rapporto Aci-Istat 2009 ci sarebbe da battere le mani. Allora è proprio vero che l’Italia si sta finalmente avviando verso un atteggiamento più responsabile quanto a disciplina stradale. Il ministro Matteoli ha sottolineato con soddisfazione «gli effetti positivi» prodotti dall’entrata in vigore del Nuovo Codice della strada anche se ha aggiunto che «fino a quando conteremo anche un solo morto al giorno sulle nostre strade non potremo sentirci appagati».
Meno morti. Nel 2009, rispetto al 2008, le vittime della strada si sono ridotte del 10,3%, passando da 4.725 a 4.237. Il numero degli incidenti è diminuito dell’1,6% e il numero dei feriti ha avuto una flessione (-1,1%, 842 al giorno). Tra il 2001 e il 2009 i morti si sono ridotti del 40,3%. Non siamo poi così tanto lontani dall’obiettivo europeo di ridurre la mortalità stradale del 50% entro il 2010. L’Italia è salita al decimo posto nella classifica dei Paesi più virtuosi della Ue a 27.
Strade urbane a rischio. Il 76% degli incidenti si è verificato sulle strade urbane, causando 1.892 morti (44,7% del totale. Sulle autostrade sono avvenuti 12.200 sinistri (-22,6% rispetto al 2008. Le strade extraurbane sono state invece teatro degli incidenti più gravi, che hanno causato 5,1 decessi ogni 100 sinistri.
Luglio mese nero. Solo nel mese di luglio si sono contate 498 vittime della strada. Le giornate, nel corso di tutto l’anno, che si sono rivelate le più nefaste, sono state il giovedì e il venerdì. Sabato è invece il giorno in cui sono morte più persone (708; il 16,7% del totale). Le 18 sono state le ore più critiche per gli incidenti, mentre è tra le 22 e le 6 che si sono verificati gli incidenti più pericolosi.
I giovani. Il rapporto Aci-Istat mette anche in risalto che è altissimo il numero dei conducenti giovani che hanno perso la vita negli incidenti stradali: 316 nel 2009. Tutti ragazzi tra i 20 e i 24 anni.
Le due ruote. Le auto sono state la categoria di veicoli maggiormente coinvolta. L’indice di mortalità medio dei veicoli è stato pari allo 0,9%, per i motocicli e le biciclette è stato più che doppio (1,9%).
L’Ania. Il presidente della Fondazione Ania, Sandro Salvati, ha commentato: «La riduzione del numero dei morti per incidente stradale è un segnale positivo ma che non deve farci abbassare la guardia. La battaglia per la tutela della vita è tutt’altro che vinta. Ricordiamoci che ogni due ore c’è una vittima causata dagli incidenti stradali. E sono ancora troppi gli under 30 coinvolti. Dobbiamo fermare questa strage a puntate».
L’Asaps. Giordano Biserni, presidente dell’Associazione Amici della Polizia stradale, rileva: «Se teniamo conto di alcuni dati della storia infortunistica del nostro Paese, dobbiamo cominciare a sentirci soddisfatti».