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 2010  novembre 27 Sabato calendario

ANCHE IL FRATELLO DI SARAH BUSSA ALLA CORTE DI MORA

Ruby e Sarah. Cosa c’entrano? Cosa c’entra la escort marocchina con la quindicenne massacrata ad Avetrana? Duro ammetterlo, ma esiste un piano sul quale i due più clamorosi casi di cronaca italiana arrivano a incrociarsi. E manco a dirlo, quel piano è il quinto del palazzo di viale Monza 9 a Milano, sede storica della LM management, agenzia di Lele Mora. È una scoperta fatta per caso mercoledì 10 novembre, negli uffici della LM, in attesa di un appuntamento con Mora.
UN INCONTRO IMPREVISTO
Sono le 17.30. Appoggiato al bancone del ricevimento osservo due ragazzi che si rigirano tra le mani il mio biglietto da visita. Oggi è scritto grosso e rosso come un semaforo. Loro hanno un’aria sconsolata, si guardano e scuotono la testa: «No», sospirano, «non è possibile». Prevedibile. Dopo la pubblicazione dei filmati che mostrano Mora versione pony express, in servizio sulla Milano-Arcore per la consegna di ragazze a casa Berlusconi, il diniego ci sta tutto. Faccio dietro front. Alle mie spalle arrivano in tre. Sono appena usciti dall’ufficio di Mora e vanno verso la porta. Mi giro e me li trovo di fronte. Provo una strana sensazione. Come vedere un cammello al Polo Nord. Davanti a me ho una persona che nella mia testa non dovrebbe essere lì. Giovane, berretto con la visiera incurvata, volto pallido su cui brillano i piercing, felpa scura, jeans slavati e scarpe da ginnastica bianche. Non è la prima volta che lo vedo. L’ultima volta a fine ottobre, a mille chilometri da qui e a un milione di anni luce dalla Milano di Mora.
«Ma lei non è...?».
«Sì, sì. Sono io», risponde. Il ragazzo uscito dall’ufficio di Mora è Claudio Scazzi, fratello di Sarah. Il giorno del funerale aveva la bara bianca sulle spalle. L’ho incrociato decine di volte per le strade di Avetrana, qualche volta sono anche riuscito a parlargli, ma solo per qualche battuta, prima che una telecamera venisse a portarselo via. Dal quinto piano ai marciapiedi di viale Monza, questa volta telecamere non ce ne sono. Possiamo parlare, ma non di Avetrana.
«Cosa c’è di strano», dice Claudio. «Sto a Milano e ho chiesto a Mora se aveva in mente qualcosa per me». In che senso, scusi? «Non mi dispiacerebbe la televisione».
Vuole fare come Azouz che dopo la strage della sua famiglia, tentò la strada dello spettacolo?
«A un’agenzia di Torino, che mi proponeva di diventare il nuovo Azouz, ho già detto no». Cosa vorrebbe fare allora? «Non ho idea. Credo di avere delle potenzialità e per questo mi sono rivolto a Mora. Se non lo sa lui cosa farmi fare...». E lui cosa le ha detto? «Dice che non vado bene, non sono fatto per la Tv». Deluso? «Se lo dice lui...». Quindi, non siete approdati a nulla?
«No, qualcosa faremo. Mora ha promesso di aiutarmi per il canile».
Quale canile?
«Mia sorella Sarah amava gli animali e ad Avetrana abbiamo deciso di dedicarle un canile. Ci metteremo Saetta, il cane che la seguiva sempre e che il 26 di agosto si è fermato davanti al garage di Misseri. E ci metteremo tutti gli altri randagi che cercano un pezzo di pane e tante volte trovano solo la cattiveria degli uomini».
Come vi aiuterà Mora?
«Durante i suoi eventi ci permetterà di presentare il progetto e raccogliere fondi».
Quanti soldi servono?
«Ancora non ho idea».
Squilla il cellulare, Claudio risponde e si allontana. Mi avvicina una persona che era con lui da Mora. È Valentino Castriota, che nel big bang mediatico di Avetrana è stato portavoce della famiglia di Sarah.
«Povero Lele [Mora ndr]», si sfoga Castriota, «è un uomo con un cuore grande così. Fa un sacco di beneficenza, aiuta tante persone e ha deciso di dare una mano anche a Claudio. Poi mica è un mago, con tutta la buona volontà, cosa può fare uno come Claudio in Tv?».
ACCOLTO COME UN PRINCIPE
Castriota racconta che Mora ha riservato a Claudio Scazzi un’accoglienza principesca: «Gli ha messo a disposizione una Mercedes con autista, gli ha offerto il pranzo all’hotel Diana e lo ha voluto incontrare per dare una mano a lui e alla sua famiglia. Sul canile Lele si è subito detto disponibile e Claudio, che finora è riuscito a raccogliere solo 2.500 euro, invece di ringraziarlo sa cosa gli ha detto? Gli ha chiesto di tenersi in disparte. "Sa", ha detto Claudio, "dopo questa storia di Ruby non mi sembra il caso di associare il suo nome a quello di mia sorella". Ma Lele è grande e lo aiuterà lo stesso». Claudio intanto non si arrende. La bocciatura che il "professor" Mora ha pronunciato sul suo futuro televisivo non lo ha convinto. Accompagnato dal padre e da un legale, ha visitato altre agenzie milanesi. Sente di avere delle potenzialità e vuole capire se qualcuno potrà aiutarlo a esprimerle.