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 2010  novembre 19 Venerdì calendario

CINA, A CACCIA DI DONNE CON L´AUTOBUS DELL´AMORE

La corriera rossa parte ogni domenica all´una di notte. Sette ore di sussulti prima che il «Pullman dell´Amore Eterno» faccia il suo ingresso nel centro di Huaihua, nello Hunan. Un megafono strilla motivi romantici fuori dai finestrini e una voce languida avverte: «Signore, gli scapoli del Guizhou sono arrivati, venite a ballare con loro». Di mattina l´entusiasmo non è alle stelle nemmeno qui e nelle strade ci sono solo contadini diretti al mercato. I famosi uomini della contea di Yaolu, soprannominati «guangguan», «rami secchi», possono dormire almeno un paio d´ore.
Un po´ alla volta, a forza di strilli, una piccola folla di donne si raduna realmente ai lati della corriera. Gli scapoli trangugiano barattoli di pasta liofilizzata, le signore li squadrano e poco dopo le dieci un vecchio stereo, appoggiato su una ruota, attacca con i ballabili. Potrebbe sembrare una sagra improvvisata in uno slargo squallido, infossato tra casermoni in rovina.
Invece è l´atto finale del nuovo piano-nozze del governo regionale del Guizhou. O meglio: la sua ultima spiaggia, per evitare che la mancanza di femmine sfoci in sommosse. Nelle contee dell´interno mancano donne, le famiglie rischiano l´estinzione e la Cina corre disperatamente ai ripari. Non bastano però i pullman aziendali del fine settimana, o quelli organizzati dalle amministrazioni locali, o dal partito, per iniettare dosi di «altra metà del cielo», come diceva Mao, dove i «rami secchi» sono destinati ad invecchiare soli. Lo squilibrio tra i sessi è ormai talmente grave che le autorità si sono risolte a metter mano al portafogli. Nel Yaolu, cuore del sud agricolo, chi riuscirà a sposare una «donna forestiera» sarà premiato dallo Stato. Le poche che c´erano sono sparite a Chongquing, ultimo Far West industriale del Paese. Risultato: crollo di matrimoni e di nascite, scuole chiuse, campagna incolta, vecchi abbandonati. Così ora si è costretti a pescare sempre più lontano, a corteggiare, o a comprare, quelle che fino a pochi anni fa erano le temutissime «estranee» delle altre regioni. La posta non è niente male, per un umiliato scapolo cinese: fare centro, oltre che metter su famiglia, assicura tremila yuan (circa 300 euro), una volta e mezzo il reddito medio annuo della zona. L´esperimento, tradotto in legge, sta riscuotendo un successo clamoroso: tremila yuan alle prime cinque coppie formate ogni fine settimana, duemila alle seconde cinque, mille alle cinque finali. Nonostante «week-end dell´amore» e «corriere rosse» segnino il tutto esaurito, seminando migliaia di scapoli tra Sichuan, Hunan, Yunnan e fino nel Guangdong, il problema è che non c´è ricompensa che tenga: nel Guizhou quindici spose «forestiere» la domenica sera non approdano mai. «In Cina - dice Yuan Xin, direttore dell´Istituto statale della popolazione - la carenza di femmine è oltre la soglia critica. Non basta che lo Stato paghi i regali di fidanzamento e il pranzo del matrimonio. Occorrono misure concrete per evitare la selezione prenatale». Ci sono fabbriche che pagano una settimana di ferie agli operai che sposano «una di fuori». Il partito comunista organizza ogni mese le «feste della fratellanza», dove gli iscritti possono conoscere ragazze portate in aereo delle regioni costiere, o del nord. Decine di migliaia di clandestine in età da marito arricchiscono poi i «trafficanti di mogli», che le importano da Cambogia, Vietnam, Laos, Filippine. È la fallimentare risposta cinese al dramma del «ginecidio» innescato nel 1979 dalla legge del figlio unico. L´atavica preferenza contadina per il maschio, le tecnologie che anticipano il sesso del nascituro e il declino della fertilità, si rivelano un cocktail che minaccia stabilità e futuro della nazione.
Le statistiche sono un incubo. In trent´anni, poco meno di 40 milioni di femmine cinesi sono state eliminate con l´aborto selettivo, o appena partorite. Ogni 100 femmine nascono 121 maschi, con punte regionali di 135. Dal 2000 sono nati 37 milioni di maschi in più rispetto alle femmine, per un picco di eccedenza che nel 2020 sarà di 46 milioni. Un giovane cinese su cinque sa che matematicamente non potrà trovare una connazionale come compagna. Nelle metropoli gli uomini si arrangiano con le migranti, un tempo disprezzate.
Nei villaggi, ridotti a internati maschili, invece è una tragedia. I cinesi iniziano così a invocare la fine dell´obbligo del figlio unico. Le autorità resistono, con esiti drammatici. Yang Zhizu, docente di legge all´università di Pechino, si è offerto «schiavo a vita» per 73 mila euro. Ha avuto una seconda figlia, non programmata. Il comitato per la pianificazione famigliare di Haidian gli ha dato 27 mila euro di multa. Troppo, anche per uno che una moglie era riuscito ancora a trovarla.