Giampaolo Visetti , la Repubblica 19/11/2010, 19 novembre 2010
PREZZI ALLE STELLE NEI MERCATINI CINESI SI MUOVE IL PARTITO - PECHINO
Torna in Cina l´allarme inflazione. L´aumento dei prezzi, in ottobre, ha toccato il massimo degli ultimi due anni e in novembre continua ad accelerare. Il mese scorso l´indice dei prezzi al consumo ha segnato un aumento annuo del 4,4%, ben al di sopra del dato di settembre (+3,6%) e superiore anche alle più pessimistiche previsioni del mercato al (+4%). A far impennare l´inflazione, due voci: gli alimentari e gli immobili. Nelle ultime settimane i prezzi di frutta e verdura sono esplosi, fino al +62,4% di alcuni ortaggi, tra cui cavoli, patate e cetrioli. Boom anche per grano, mais e riso. Il record va all´aglio (+95,8%).
Prosegue però anche la corsa dei prezzi delle case, alimentata dai maxi-piani di urbanizzazione annunciati dalle autorità. Per evitare la bolla immobiliare, contrastando il massiccio afflusso di capitali esteri, il governo è pronto al varo di una nuova stretta sui prestiti bancari e a introdurre limitazioni agli investimenti stranieri. Chi non è nato in Cina non potrà acquistare più di un immobile, per uso personale e dimostrando di lavorare nel Paese da oltre un anno. A preoccupare Pechino sono però ora in particolare i prezzi degli alimentari, voce sensibile per la stabilità sociale. L´aumento è stato innescato da disastri climatici e dall´impennata dei costi del lavoro (+30% nel 2010), da energia, pesticidi, fertilizzanti, trasporti. Appena il governo ha ventilato interventi, si è aggiunta la speculazione, con una serie di generi di prima necessità (tra cui lo zucchero) pressoché scomparsi dal mercato. Per frenare l´inflazione il premier Wen Jiabao ha ordinato misure già fallite in passato: aumento di tassi di interesse, riserve obbligatorie, blocco di Stato ai prezzi dei prodotti essenziali.