ANGELO AQUARO, la Repubblica 19/11/2010, 19 novembre 2010
GOOGLE, ULTIMA SFIDA A FACEBOOK CACCIA APERTA ALL´UCCELLINO TWITTER - NEW YORK
«Sto sorseggiando un Pinot nero dopo un massaggio qui nella Napa Valley». Che vita, che lusso, che gioia di vivere in quelle 140 battute: la lunghezza massima consentita per i tweet. Era un tiepido pomeriggio del 2006 quando sul telefonino di Biz Stone, uno dei tre fondatori, vibrò il primo tweet, il primo messaggino spedito da Evan Williams, il manager che sarebbe diventato l´uomo simbolo di Twitter, il micro social forum che adesso ha risposto picche a un´offerta che forse non poteva rifiutare: 4 miliardi di dollari.
L´ultima follia di Silicon Valley si sussurra di blog in blog: l´uccellino, che è il simbolo di Twitter, non ha abboccato all´offerta di Google. Sì, la rivelazione di Business Insider su quella contrattazione fallita ha alzato il velo. Ed è la prima volta che l´offerta viene quantificata in quella cifra fantasmagorica. Che conferma il valore reale, ben oltre 3 miliardi di dollari, della compagnia di Williams, Stone e dell´altro socio Jack Dorsey, l´ingegnere che mentre mangiava un tacos seduto su un´altalena suggerì di aggiornare i forum in tempo reale: grazie ai messaggini del telefono.
L´assalto di Google è stato, per ora, respinto. Ma la guerra della Silicon Valley è appena cominciata. «Google contro Facebook, Apple contro Adobe, Google contro Apple, Netflix contro Hulu, Twitter contro Facebook, Microsoft contro Google.... ». Il sito specializzato Cnet si diverte a fotografare lo scenario mentre i signori di Internet sfilano in questi giorni al "Web 2.0 Summit" di San Francisco.
Che cosa vi viene in mente quando sentite la parola Facebook?, chiede il moderatore. «Competition!», alza la mano Carol Bartz, la manager che sta cercando di rivitalizzare Yahoo! rischiando tutto in un accordo con la rinata Aol. «E´ la competizione, bellezza»: la stessa battuta con cui, si favoleggia, il Ceo di Google, Eric Schmidt, aveva risposto alle accuse di Rupert Murdoch, infuriatissimo per i lettori che Google News rubava ai suoi giornali. Solo che ora è lui, mister Schmidt, costretto a fare marcia indietro.
La presa di Twitter è diventata la prova in cui si parrà la forza in campo. Quella finta mappa delle esplorazioni appesa al summit di San Francisco, con i territori chiamati Apple, Google, Twitter, Microsoft e Facebook al posto dei continenti, descrive bene il clima di tutti contro tutti. Anche il colosso di Bill Gates ha cercato di mettere le mani su Twitter, che rinvigorirebbe quella Windows Mail ormai declassata da Google Mail, adesso insidiata dall´ultima arrivata Facebook Mail. E anche il social forum più famoso del mondo (Facebook appunto) ha tentato di mettere le mani su Twitter. Ed eravamo ancora nel 2009, quando l´uccellino cinguettava per appena 5 milioni di utenti: che oggi hanno già passato i 200 milioni, quasi la metà di quelli di Mark Zuckerberg, invadendo ogni giorno il mondo con 65 milioni di messaggini.
Come finirà? Le grandi manovre si sono intensificate proprio ora che Evan Williams ha ceduto il posto di Ceo, per concentrarsi, dice, sulla «espansione del prodotto». Che vuol dire nuovo design e, udite udite, pubblicità. Come Apple punta su iAd, l´applicazione che consente di mandare la pubblicità sul telefonino, così anche i tweet ora manderanno in rete gli spot. E allora altro che 4 miliardi di offerta: si sale ancora. Come diceva il primo tweet? «Sto sorseggiando un Pinot nero... ». Preparatevi a segnarvi marca e prezzo.