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 2010  novembre 16 Martedì calendario

IL MAGICAL MISTERY TOUR RICOMINCIA SU ITUNES - I

Beatles non corrono, questo è chiaro: le loro canzoni hanno appena debuttato su internet come brani digitali attraverso gli scaffali di iTunes, il software di Apple diventato vetrina globale per la musica digitale. Ma hanno abbandonato il disco di vinile per il compact disc soltanto nel 1987.

Ieri pomeriggio, pochi minuti prima delle quattro, la notizia si è diffusa sul web. E il passaparola tra le persone connesse online ha generato una pioggia di messaggi entusiasti nel social network twitter, dove le persone si scambiano idee e consigli. Come un pubblico che, finalmente, vede apparire sul palcoscenico di internet i quattro baronetti di Liverpool. Gli appassionati, infatti, possono cercare le canzoni anche da Twitter, con i link inviati attraverso la rete sociale Ping di iTunes.

I Beatles hanno iniziato lo sbarco nella vetrina di Apple con 13 album rimasterizzati (ogni album singolo costa 12,99 euro, i doppi 19,99 e i brani singoli 1,29), la compilation in due volumi “Past masters”, e le raccolte “Red” e “Blue”. Poi hanno progettato anche un box con tutti i 13 album in vendita a 149 euro, che include il video del loro primo concerto dal vivo negli Stati Uniti, al Coliseum di Washington. Era il febbraio del 1964 e l’emittente televisiva Cbs aveva registrato l’esibizione: ha trasmesso le immagini un mese dopo attraverso le linee telefoniche a un pubblico riunito nei teatri. E a vederlo sono state 500mila persone in due giorni. Appena due anni prima avevano sbancato con “Love me do”. A breve scadranno i cinquant’anni di durata per i diritti di riproduzione fonografica delle prime canzoni.

Ma la trattativa con Apple non è stata facile. I rapporti erano iniziati male già nel 1978: i Beatles citano in giudizio la società di Cupertino (Apple Computer) perché ha un nome identico alla loro etichetta, la Apple Record. Anche il simbolo è simile: una mela verde Granny Smith per i quattro baronetti e un pomo con un morso sul lato destro per l’azienda informatica, ispirato alla biografia di Alan Mateson Turing, matematico e pioniere dell’intelligenza artificiale. E vincono i “Fab Four”, con la clausola che impegna l’azienda hi-tech a non occuparsi di musica. Le porte delle aule giudiziarie si riaprono negli anni Ottanta: i Macintosh sono utilizzabili per la registrazione di brani digitali. In tribunale è un secondo successo per i Beatles. Ma nel 2007 perdono proprio la causa contro iTunes. Adesso la loro etichetta, la Emi, conta sull’interesse dei fan per ritrovare ossigeno: è stata acquistata tre anni fa dal fondo Terra Firma con un leverage buyout da 4 miliardi di sterline.

Si conferma un tesoro il software della Apple che raccoglie nei suoi scaffali musica, video, applicazioni. E ha aperto un mercato legale dove prima imperversava la pirateria. Secondo una ricerca di Asymco, iTunes ha un costo operativo di circa 30 milioni di dollari. Ha riversato 12 miliardi di canzoni in 23 nazioni e, da solo, domina il settore della musica digitale online con una quota del 90%. Con il suo ingresso ha stabilito un modello per gli acquisti legali. Ed è anche la vetrina per le applicazioni utilizzate con iPhone e iPad.