ANGELO AQUARO , la Repubblica 16/11/2010, 16 novembre 2010
RIVOLUZIONE ITUNES DALLA "NUVOLA" MUSICA A PIOGGIA - È
l´unica nuvola al mondo che non incute fantozziana paura. Anzi. Centinaia di milioni di clienti già bramano di tuffarsi sotto la sua pioggia di musica. Le previsioni la annunciano per oggi: il popolo di iTunes aspetta. Il gioco di Apple, che ha lanciato sul web il solito indovinello degno della Sfinge, si scoprirà alle 7 della California, quando in Italia saranno le 4 di pomeriggio. Ma sarà davvero il «cloud computing», la tecnologia che si basa sulle nuvola virtuale, quella che permette di accedere a una libreria infinita senza possedere fisicamente nessun «file», l´ "annuncio entusiasmante" che promette il sito di Apple? «Domani sarà un giorno come gli altri. O magari no» annunciava ieri la pagina italiana della Mela. Più poetica quella Usa: «Domani è un giorno come gli altri: che non dimenticherete mai più». I blogger si sono scatenati a ricostruire le ultime ore di Eddy Cue. È lui, il boss di iTunes, l´uomo da tenere d´occhio. È lui che per conto di Steve Jobs sta per firmare la rivoluzione per il più grande negozio di musica che a gennaio festeggia 10 anni.
Riassunto delle puntate precedenti. Dopo i tempi del selvaggio west del web, con siti come Napster che scambiavano musica gratis, la discesa in campo di Apple con l´uno-due iPod e iTunes, macchinetta e negozio, segnò il successo degli mp3, cioè quei files che negli hanno ammazzato le vendite dei cd. Un assassinio che Jobs rivendica così fieramente da aver ridisegnato a settembre scorso il logo di iTunes cancellando il vecchio compact disc. Ma qualcosa, da tempo, è cambiata anche nel magico mondo degli mp3. Ed è quello che il sito specializzato TeleCrunch definisce appunto l´mp3-killer: la nuvola.
L´anno scorso il solito Jobs consumò l´ennesimo delitto, mangiandosi Lala, un piccolo di negozio virtuale che permetteva, dietro abbonamento, di ascoltare tutta la musica a piacimento: senza scaricare però un singolo file. Il sistema reso possibile dal cloud computing, quei server sempre più potenti che stanno traslocando in cielo quello che prima era contenuto nel disco rigido del computer, è già diffuso in America (e non solo per la musica). Viene utilizzato dal rinato Napster e dal nuovo Spotify. E soprattutto da un servizio anche questo inaccessibile in Europa, Rhapsody. Tutti permettono ancora di acquistare i «vecchi» mp3: ma, soprattutto, di ascoltare in streaming, in abbonamento, tutto l´ascoltabile.
La discesa in campo di iTunes, ora, sarebbe l´arma fine di mondo: anche perché aprirebbe lo streaming al mercato europeo (ci ha provato Microsoft senza grandi numeri). Ma rinuncerà Apple agli introiti della vendita degli mp3? E come avrà convinto le major finora scettiche? E lo streaming riguarderà poi anche i film minacciando lo strapotere, in America, di Netflix? Probabilmente il sistema sarà misto e offrirà diverse opzioni, dai 10 ai 15 dollari o euro, con la possibilità di ascoltare o meno la musica virtuale non solo su iTunes ma anche su iPhone, iPad, Apple Tv: magari attraverso quel Ping, il Facebook della musica, che Apple ha lanciato a settembre.
Finora è certo solo che l´annuncio ha fatto balzare le azioni di Cupertino, che con iTunes ha realizzato un miliardo nell´ultimo quadrimestre. Dopo dieci miliardi di canzoni scaricate, insomma, la musica - anche quella dei dollari - non è finita.