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 2010  novembre 16 Martedì calendario

PUNTA PEROTTI, SI RIAPRE IL CASO ANNULLATA LA CONFISCA DEI TERRENI - BARI

L´erba è appena cresciuta e gli alberi hanno da poco messo le radici. Ma il grande parco verde sul lungomare a sud di Bari rischia di essere nuovamente travolto dal cemento. I suoli su cui sorgeva l´ecomostro di Punta Perotti tornano infatti nelle mani delle tre imprese costruttrici.
Con una sentenza di quindici pagine ieri il giudice per l´udienza preliminare del Tribunale di Bari, Antonio Lovecchio, ha revocato la confisca dei terreni e ha disposto la restituzione degli stessi ai proprietari. Alla base della decisione del magistrato c´è un semplice assunto, avvalorato da una precedente sentenza della Corte Europea del 29 gennaio 2009: «Se non c´è il reato, non ci può essere la confisca». Le tre società Sud Fondi, Ma. Bar. e Iema che costruirono in riva al mare i tre palazzi alti tredici piani, poi abbattuti in diretta tv ad aprile 2006, agirono nel rispetto della legge e gli imprenditori Matarrese, Andidero e Quistelli, imputati nel processo per lottizzazione abusiva dei suoli, furono assolti. Per questo dunque la confisca è da ritenersi arbitraria ed illegittima. Una decisione inevitabile quella di Lovecchio che segue, come scrive lo stesso gup, «l´interpretazione letterale e logica della norma». La revoca della confisca è in poche parole «la diretta applicazione della normativa posta a fondamento della decisione della Corte Europea dei Diritti dell´Uomo e della sua ritenuta arbitrarietà al cospetto di una sentenza di assoluzione». E la restituzione ne è la conseguenza come «risarcimento per equivalente di un danno ormai accertato». È questo dunque l´esito di oltre tredici anni di battaglie giudiziarie.
La storia della lottizzazione di Punta Perotti comincia infatti nel 1992 quando il consiglio comunale di Bari adotta ed approva i piani di lottizzazione proposti dalle aziende Andidero, Matarrese e Quistelli. Nel 1995 viene rilasciata la concessione edilizia, ma contro l´ecomostro si scatena la battaglia degli ambientalisti. E così nel 1997 arriva il primo sequestro preventivo del cantiere per l´ipotesi di reato di lottizzazione abusiva. Otto persone vengono indagate, ma poi assolte perché il reato non sussiste. Si susseguono ricorsi e sentenze, fino all´aprile del 2006 quando le tre strutture vengono demolite in diretta tv e davanti agli occhi di migliaia di cittadini. Sui sei ettari di terreno sorge un parco, nelle aule invece continua la battaglia. Che porta le tre imprese a fare ricorso alla Corte Europea. Da Strasburgo arriva la prima vittoria dei costruttori che ieri il giudice di Bari ha nuovamente riconosciuto. Ma c´è ancora un elemento da chiarire, secondo Lovecchio: le presunte pressioni, riferite dal legale Renato Verna, che il Comune di Bari avrebbe ricevuto dagli organi giudiziari per l´abbattimento del complesso edilizio. Per questo l´ordinanza di revoca della confisca è stata trasmessa alla Procura generale presso la Corte d´appello.
La decisione ha provocato lo sconcerto di Wwf e associazioni ambientaliste: «Lì deve sorgere un parco, non si può tornare indietro».