Elena Meli, Corriere della Sera 14/11/2010, 14 novembre 2010
IN UNA CASA CHE PUO’ RESPIRARE RESPIRI MEGLIO ANCHE TU
Siamo nella camera di un bambino. Mobili, materiali plastici, pitture, prodotti usati per pulire pavimenti e superfici: tutto può rilasciare composti organici volatili, i cosiddetti VOC. Una ricerca pubblicata sulla rivista Plos One ha dimostrato che i bambini più esposti ai VOC fra le mura di casa hanno un rischio da 50 a 180 volte più alto della norma di soffrire di allergie - a polvere, pelo di animale, pollini - e di asma. «La colpa è risultata soprattutto dei VOC che si liberano da pitture a base d’ acqua, usate su pareti e mobili o dai prodotti per la pulizia» spiega l’ autore dello studio, Carl-Gustaf Bornehag, dell’ Università svedese di Karlstad. Che sia proprio l’ aria domestica malsana una delle cause principali di quella che i medici della Società italiana di medicina respiratoria (SIMeR) hanno definito "emergenza giovani"? Secondo i dati degli pneumologi, infatti, oggi un bambino su dieci è asmatico, con un incremento di circa il 30% del numero di casi negli ultimi 15 anni. «L’ inquinamento domestico ha senza dubbio un ruolo: risanare gli ambienti di casa da muffe e sostanze chimiche, oltre che evitare il fumo, è fondamentale per la salute respiratoria - conferma Stefano Centanni, presidente della SIMeR. Secondo un recente documento dei Centers for Disease Control and Prevention statunitensi, una casa "sana" deve essere costruita, o ristrutturata, seguendo precise regole: fondamenta, pareti, tetto, nulla dovrebbe essere lasciato al caso. «I criteri di salubrità possono essere riassunti in una raccomandazione: far "traspirare" la casa, facendole circolare aria attorno ed evitando che si accumuli umidità» sintetizza Adriana Baglioni, docente di progettazione ambientale al Politecnico di Milano. Ma come? «Fra l’ abitazione e l’ esterno dovrebbe essere creata una sorta di "camera d’ aria", a partire dal solaio di base, attraverso il vespaio (spazio riempito di ghiaia fra terreno e pavimento dell’ abitazione, ndr) per impedire la risalita dell’ umidità; - descrive l’ architetto - se ci sono pareti addossate alla terra, è opportuno prevedere uno scannafosso isolante (un "tunnel" tra la parete esterna della casa e un’ altra parete che appoggia al terreno, ndr); il tetto deve essere in pendenza e ventilato». «Nell’ appartamento - prosegue l’ esperta - è utile realizzare contropareti in cartongesso: un’ intercapedine fra la parete esterna e quella interna migliora l’ isolamento termico e la circolazione dell’ aria». Tutto questo fa sì che nella casa non ristagnino umidità, particolato, polveri. È anche opportuno che l’ aria in arrivo dall’ esterno sia il più possibile pulita: bisogna posizionare le bocche di aerazione dell’ edificio o le aperture per gli impianti dell’ aria condizionata lontano dal traffico della strada, almeno sopravento. «Anche i materiali da costruzione sono importanti per ottenere una casa con un buon isolamento termico, ma allo stesso tempo traspirante: per la tinteggiatura delle facciate possono creare problemi i rivestimenti plastici che occludono i pori delle pareti e non lasciano uscire l’ umidità; per il risanamento dei muri andrebbero impiegati prodotti traspiranti e antimuffa - aggiunge Adriana Baglioni -. Una soluzione sicura per i muri sono i mattoni alveolati, ma sono altrettanto valide le pareti stratificate a secco con diversi pannelli sovrapposti». Durante una ristrutturazione, poi, bisogna liberarsi di materiali pericolosi per la salute, primo fra tutti l’ amianto (si trova ad esempio all’ interno di vecchie canne fumarie), che va eliminato secondo precise regole. Lo stesso vale per altri materiali fibrosi, in passato usati come isolanti e coibentanti. «Ora per l’ isolamento termico si preferiscono le lane di roccia» spiega l’ architetto. Oggi c’ è più attenzione ai criteri di un’ edilizia salutare: materiali che potrebbero compromettere la qualità dell’ aria interna vengono accantonati a favore di collanti, sigillanti, materiali per impermeabilizzare e isolanti duraturi, stabili, che emettono pochi VOC. «E non va dimenticata la manutenzione: componenti dell’ edificio deteriorate possono rilasciare sostanze nocive: una periodica revisione dell’ abitazione è sempre consigliabile» conclude l’ architetto.
Elena Meli