Aldo Cazzullo, Corriere della Sera 14/11/2010, 14 novembre 2010
RENATO ZERO: SCELGO LE DONNE (E CANTO IL MIO AMORE SEGRETO)
«Vi auguro di avere tanto spazio dentro da poter accogliere amori di tutti i colori. Taglie. Provenienze. Stagioni. Memorie e verità. Di essere lì, quando uno di essi dopo tanto tempo troverà la forza di tornare. E che possiate finalmente dirgli: "Non ho dimenticato. Ben tornato, amore!"». Due mesi fa, nei giorni in cui festeggiava il suo sessantesimo compleanno, Renato Zero aveva anticipato al Corriere di aver scritto una canzone per rispondere definitivamente alla domanda che si sente ripetere da una vita, sulla sua identità sessuale. Domani esce il nuovo cd, con l’ inedito che si intitola appunto «Segreto amore». Qual è l’ amore cui Zero dà il bentornato? «E’ una donna. Se devo pensarmi negli anni a venire, mi penso al fianco di una donna. La donna è il rifugio. Ho perso da poco mia mamma, che per me è sempre stata un modello di femminilità. C’ è la femmina inebriante, ma c’ è prima ancora la donna che ti sta vicino, che ti è madre, sorella, amica. La donna fa meno paura dell’ uomo, è più rassicurante, si apre senza bisogno di carte di credito o passepartout. L’ uomo è più ermetico, è conquista, possesso, competizione, disponibilità senza limiti. Essere uomini è un impegno massacrante. La donna è meno aggressiva, anche perché con la sua forza tranquilla ha saputo raggiungere la parità e anche ruoli di comando. Non ho mai cercato donne-tigri, ferine, ma donne serene, spiritose». Dopo il fidanzamento giovanile con Enrica Bonaccorti, Renato Zero ha avuto una lunga storia con Lucy Morante. E proprio a lei è rivolto quel «bentornato amore!». «Non avrei neppure bisogno di dirle bentornata, perché con Lucy non ho mai davvero rotto. E’ sempre stata parte della mia vita: l’ esperienza più bella. E quando non rompi, non hai bisogno di ricucire. Semplicemente, ti ritrovi, e ti riconosci. La vita è dispettosa, ti porta in giro, ti suscita nuove voglie; ma alla fine ritorni al punto di partenza. Il libertinaggio non ti interessa più. Capisci che anche i difetti della donna amata erano belli, ti accorgi di amare pure quelli, e accetti di tornare da loro». Renato Zero non rinnega nulla del passato. In «Segreto amore» si definisce «strafelice di aver dato tutto me». «Ho sempre avuto una predilezione per le persone speciali. Guai a chi me le tocca. Da poco ho perso Marcella, il portiere del Piper, che era nata Marcello, e solo con il tempo ha trovato il coraggio di operarsi e recuperare la propria identità autentica. Fino a undici anni ho dormito nello stesso letto con mamma e papà, ma anche negli spazi angusti abbiamo sempre deciso di non essere sospettosi, di non sentirci sporchi. Non mi sono mai lasciato appiccicare un’ etichetta, non credo che l’ amore possa essere ridotto a una definizione. L’ amore è miscellanea; oggi invece viene relegato, perquisito, indagato con morbosità, chiuso in un’ anagrafe coatta. Maschi, femmine: è un gioco pericolosissimo; niente di scandaloso, all’ occasione, nello scegliere entrambe le opzioni; difendo il diritto di tutti a un’ assoluta libertà». Però un periodo della sua vita è finito, e non da oggi. «Anche i miei testi sono cambiati con me». All’ inizio, negli Anni Settanta, la trasgressione, i lustrini, i colpi presi per strada, che tornano anche nell’ ultima canzone - «le botte che ho preso io/ per cambiare il destino...» - l’ ambiguità. «Volevo essere provocatorio, dissacrante. Mi interessava smuovere le acque, creare confusione. Con il tempo è prevalso il romanticismo, l’ affetto, il sentimento». E’ scritto anche in «Segreto amore»: «State lontani dalle mie finestre, voi che inseguite certe fantasie/ nella testa un pensiero solamente/ per carità/ godetevi la vita per carità». E ancora: «Grazie ma se non voglio non mi spoglio/ e quando accade lo decido io». «Conosco e rispetto il percorso che è stato di Pasolini e ora è del grande Paolo Poli; la ribellione, il travestimento - dice il cantautore -. Spero che anche la mia scelta, diversa dalla loro, sia rispettata. Oggi cerco la qualità e la profondità spirituale, non l’ estetica. Tanto, come conclude la mia canzone, "l’ amore poi/ decide lui/ con chi dividere la vita sua"». La sua scelta, Renato Zero l’ ha fatta.
Aldo Cazzullo