Matteo Persivale, Corriere della Sera 14/11/2010, 14 novembre 2010
ROBOT PROFESSORE E IPAD. LE 50 INVENZIONI DEL 2010
Quando chiesero ad Albert Einstein di spiegare agli americani cosa fosse quella misteriosa nuova invenzione, la radio, lo scienziato rispose: «Il telegrafo è come un gatto lungo da una costa all’ altra dell’ America: se gli tiri la coda a New York, la testa miagola a Los Angeles. Ecco: la radio fa la stessa cosa, ma senza il gatto». Ci sarebbe voluto quel grande per scegliere la lista delle 50 invenzioni del 2010 (e per spiegarci a cosa servono): senza di lui, la rivista Time si è dovuta arrangiare con un pool di suoi giornalisti e collaboratori scientifici. La conclusione? Che il 2010 è stato l’ anno dell’ iPad - ma già lo dicevano le cifre, il tablet della Apple è uscito in aprile e ha una media di 1,3 milioni di unità vendute al mese. Includendo il tablet della Apple tra le 50 invenzioni del 2010, la rivista americana ha semplicemente preso atto di un voto popolare espresso globalmente. Ma curiosando tra le altre 49 invenzioni scelte dal settimanale, si vede come la tecnologia (sei invenzioni: oltre all’ iPad la micro videocamera che si attacca all’ orecchio a mo’ di auricolare, il lettore di carta di credito che si collega agli smartphone, la fotocamera reflex con un rivoluzionario sistema di messa a fuoco e alcune applicazioni ancora per iPad) in fondo non sia la vera avanguardia dell’ innovazione: il primato, con dieci invenzioni, spetta all’ apparentemente più prosaico settore dei trasporti. Onore così al treno che marcia a biodiesel, il prototipo di automobile senza guidatore equipaggiata con videocamere e sensori radar, il «Jetpack» (una specie di enorme zaino con motore da 200 cavalli che fa svolazzare il pilota tipo elicottero portatile: costa però al momento 100 mila dollari), e poi city car aerodinamiche, il catamarano fatto di bottiglie riciclate, un bizzarro autobus cinese a due piani con il primo piano vuoto, che permetterebbe insomma di sorpassare auto dal di sopra, e altro ancora. Nel segno di un futuro sempre più condizionato dalla necessità di inquinare meno e spostare più razionalmente i pendolari da un punto all’ altro. Le invenzioni nel campo della biologia e della medicina presentano la zanzara che non trasmette la malaria, creata ad hoc in laboratorio e che promette di combattere il flagello del quarto di miliardo (sì, 250 milioni) di nuove infezioni malariche che ogni anno uccidono un milione di persone. Ecco poi il polmone ricreato in laboratorio (partendo da quelli di topo) che promette di aiutare i malati di tumore ed enfisema, l’ incubatore per neonati ricavato dai rottami d’ auto dello sfasciacarrozze. E poi ancora altre invenzioni «verdi» come la lavatrice che quasi non ha bisogno d’ acqua, un tessuto per abiti ricavato dai batteri che attaccano il té verde (al momento però s’ inzuppa di umidità), i robot sudcoreani che insegnano le lingue straniere (non sindacalizzati tramite software apposito, minacciano di falcidiare il numero di insegnanti in carne e ossa), la carta da parati antiproiettile (per basi militari e altri edifici a rischio), una specie di super Pongo altamente modellabile per impugnature ergonomiche, e altro ancora (la lista completa all’ indirizzo Internet www.time.com/bestinventions). Colpisce che l’ invenzione di Time del 2008 fosse il test del Dna portatile e quella del 2009 il nuovo razzo Ares della Nasa: quest’ anno, scegliendo il computer-tavoletta, la rivista ha optato per qualcosa di decisamente più user-friendly, decisamente meno lontano dalle esigenze di noi utenti comuni.
Matteo Persivale