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 2010  novembre 16 Martedì calendario

CONCORSOPOLI, BUFERA SU ALFANO

Durante la sua requisitoria, il pm Luca Sciarretta, il nome del ministro Angelino Alfano lo ha citato più volte. Dalle intercettazioni e dai documenti sequestrati durante l’inchiesta sulla Concorsopoli agrigentina emerge, infatti, che il ministro della Giustizia ha raccomandato un suo storico collaboratore, Alfonso Mirotta, per un posto da autista di autoambulanza. Alcuni dei dodici imputati per i quali il 10 ottobre scorso l’accusa ha chiesto 30 anni di pena per reati che vanno dall’abuso d’ufficio all’aver truccato i concorsi, dicono chiaramente che Mirotta non aveva i titoli non per vincere, ma nemmeno per partecipare alla gara. Ma aveva un santo in paradiso: il futuro Guardasigilli. Un vero asso nella manica visto che nella Asl di Agrigento amici e parenti di Alfano ce ne sono parecchi. Una situazione tanto imbarazzante, quanto paradossale, se si pensa che lo stesso Alfano il 10 novembre scorso è stato chiamato a decidere, annullandolo, sul concorso romano per notai inficiato da irregolarità sulle tracce.
I FATTI siciliani, però, raccontano altro. Il nome del ministro, che non risulta indagato, viene fatto il 10 maggio 2005. Due uomini parlano dentro un’auto intestata all’imputato Armando Savarino. All’epoca Savarino è direttore sanitario dell’Asl di Agrigento. “Viri Angelino Alfano... trasinu i cristiani come voli iddu (vedi Angelino Alfano, entrano le persone come vuole lui)”, racconta uno. L’altro: “Angelino Alfano a chi sta facendo entrare?”. Risposta: “Il suo autista”. I due si riferiscono a un concorso pubblico. In ballo ci sono sette posti per conducenti d’ambulanza. Il bando è stato licenziato dall’Asl 1 di Agrigento. Come andrà a finire? Ecco cosa racconta il magistrato nella sua requisitoria: “Tra i vincitori del concorso vi è Alfonso Mirotta, ex autista e collaboratore dell’onorevole Angelino Alfano”. Siamo tra il 2005 e il 2006. All’epoca Alfano è già deputato di Forza Italia. In quel periodo ricopre la carica di coordinatore regionale. Il magistrato prosegue il suo ragionamento: “Appare significativo che Alfonso Mirotta all’epoca della vittoria del concorso svolgesse da dieci anni l’attività di autista personale e di collaboratore tutto fare dell’onorevole Alfano e della sua famiglia”.
Chi sono quei due uomini? Uno si chiama Totò. L’altro è Michele Esposto e partecipa al concorso. Sostiene che il factotum “di Angelino Alfano aveva falsificato i titoli e aveva vinto il concorso solo grazie all’influenza politica del suo raccomandante”. Il magistrato prosegue: “L’interlocutore concorda con l’Esposto sul fatto che l’esponente politico esercitasse in generale la propria influenza per fare assumere le persone a lui vicine”. Mirotta, però, non è il solo. Nell’indagine i nomi dei raccomandati sono centinaia. Tanto che la richiesta d’arresto del 2006 sancisce l’esistenza di “un sistema di potere clientelare, con finalità politico – elettoralistiche”. A orchestrarlo, secondo l’accusa, lo stesso Savarino che gioca di sponda sulle raccomandazioni per fare incetta di voti. Tra gli indagati ci finisce anche sua figlia, Giuseppa Savarino, che alle Regionali del 2006 otterrà 15.722 preferenze per la lista dell’Udc, prima fra gli eletti nella provincia di Agrigento.
L’ESISTENZA di una “pratica della raccomandazione” e del conseguente “sistema di potere clientelare” viene sancita dal ritrovamento di due schedari sequestrati all’interno della segreteria politica di Giusy Savarino. Emergono, racconta il pm, “i nominativi di circa 800 persone con l’indicazione per ciascuna della causa della schedatura (per lo più identificabile nel favore effettuato o ricevuto, effettuando o ricevendo), dei numeri di telefono sui quali contattare i soggetti”. Il sistema è ben avviato.Garantiscevoti.Tantoche il gruppo di Savarino viene contattato da diversi politici. C’è Alfano, ma anche il parlamentare ed ex governatore della Sicilia Salvatore Cuffaro, l’europarlamentare Salvatore Iacolino, ex direttore amministrativo dell’Asl di Agrigento, l’assessore regionale Michele Cimino (attualmente indagato per concorso esterno in associazione mafiosa), Vincenzo Lo Giudice, ex assessore della Regione Sicilia (già condannato per associazione mafiosa: 11 anni e 4 mesi in appello). Non sono indagati nell’inchiesta di Concorsopoli, ma si sono dati da fare per sponsorizzare persone a loro vicine. Nella sua requisitoria il pm parla di “rapporti significativi” con la cricca della raccomandazione. Rapporti che finiscono su un foglio di carta sequestrato ad Armando Savarino dove vengono “annotati i nominativi che risulteranno tra i vincitori del concorso”. Accanto ai nomi alcune sigle che corrispondono agli sponsor politici: ALF accanto al factotum del ministro.