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 2010  novembre 16 Martedì calendario

Governo, linea dura per far saltare il banco di evasori e illegali - La lottaal gioco illegale e al­l’evasione fiscale rappresenta uno degli aspetti peculiari della Legge di Stabilità che ha avuto il via libera ieri dalla Commissio­ne Bilancio della Camera

Governo, linea dura per far saltare il banco di evasori e illegali - La lottaal gioco illegale e al­l’evasione fiscale rappresenta uno degli aspetti peculiari della Legge di Stabilità che ha avuto il via libera ieri dalla Commissio­ne Bilancio della Camera. Il provvedimento dovrà passare ora al Senato per essere appro­vato in via definitiva. Il testo con­tiene norme più severe su que­sti d­ue punti oltre a fornire mag­giori poteri ad Aams sul control­lo dei giochi e sul rilascio delle concessioni statali. Di grande in­teresse anche il comma che fa ordine sulle competenze dei giu­dici, discutibile quello che impo­ne ai concession­ari di versare al­lo stato una quota in caso di pay­out inferiore all’80%. Secondo le stime del Governo l’applica­zione di questa legge porterà nelle casse dello Stato almeno 500 milioni di euro nel 2011. Bocciati i due subemendamen­ti s­ui giochi presentati da Barba­to, nei quali si chiedeva lo stral­cio dell’intera materia e la reclu­sione da uno a tre anni per il mancato collegamento alla rete delle slot machine. Ma andia­mo con ordine. Sul gioco illegale si passa dal­la sanzione amministrativa, pa­ri al 120 o al 240% della maggior imposta,alla chiusura dell’ese­r­cizio da uno a sei mesi in caso di violazione superiore a 50 mila euro. Ma la novità più importan­te va al di là di questo paragrafo e riguarda la definizione di «sog­getto passivo d’imposta», che può essere chiunque, anche in assenza di concessione dei Mo­nopoli di Stato, basta che gesti­sca «con qualunque mezzo, an­che telematico, per conto pro­prio o di terzi, anche ubicati al­l’estero, concorsi pronostici o scommesse di qualsiasi gene­re ». E ancora. «Se l’attività è ge­stita per conto di terzi, il sogget­to per conto del quale l’attività è esercitata è obbligato solidal­mente al pagamento dell’impo­sta e delle relative sanzioni». Ne scaturisce quindi che saranno sottoposti a tassazione anche i famosi ctd collegati a società ita­liane o straniere evi­tando al con­tempo qualsiasi ipotesi di legitti­mazione dell’attività svolta dai ctd o da altre forme di interme­diazione «grigie». L’evasione fiscale prevede sanzioni pari al 30% degli impor­ti non pagati nei termini previsti a carico di chi omette o ritarda il pagamento dell’imposta dovu­ta. Il legislatore ammette anche riduzioni ridotte a un decimo o a un dodicesimo «sempreché la violazione non sia stata già og­getto di comunicazione di omesso versamento e che co­mun­que non siano iniziati ispe­zioni verifiche o altre attività am­ministrative di contestazione». Come dire: «Mettetevi in regola, vi conviene». C’è un comma inoltre che vuole fare chiarezza sulle com­petenze territoriali dei giudici. Non siamo all’istituzione di un Tar unico,come s’èverificato in passato con i problemi relativi allo sport professionistico e in particolare al calcio, ma alme­no s’è fatto un passo avanti. Que­sto il testo: «Per le cause di oppo­s­izione all’ordinanza ingiunzio­ne [...] è competente il giudice del luogo in cui ha sede l’ufficio dell’Amministrazione autono­ma dei monopoli di Stato che ha emesso l’ordinanza ingiunzio­ne ». Appare paradossale invece in un paese a ispirazione liberale la norma che obbliga i conces­sionari di scommesse sportive a quota fissa «a versare all’erario il 20% della differenza lorda» nel caso di «restituzione in vincite inferiori all’80%».Almeno si fos­se­trattato del ricavo al netto del­le tasse. In altre parole il conces­sionario quando perde, perde da solo, mentre deve restituire qualcosa all’erario nel caso di un pay-out inferiore all’80%. È come se lo stato imponesse un limite al pay-out e ai guadagni. Sul piano costituzionale la nor­ma non regge. Senza considera­re­gli effetti deleteri sulla già ma­landata scommessa ippica.